Rapporto Caritas-Migrantes: in Italia oltre 5 milioni di residenti stranieri
Rapporto Caritas-Migrantes: in Italia oltre 5 milioni di residenti stranieri Photo Credit: Caritas-Migrantes
16 ottobre 2024, ore 12:30
L’incidenza sul totale è pari a circa il 9%. Tra le nazioni di provenienza, il primato spetta al Marocco, seguito da Albania e Ucraina
Un quadro sempre più variegato e composito, quello della popolazione italiana, da anni funestata dal calo demografico. A fotografare la situazione, il nuovo rapporto Caritas-Migrantes 2024, presentato questa mattina a Roma. Partiamo dai dati generali: al 1° gennaio 2024 i residenti in Italia sono 58 milioni e 990 mila, ancora in calo rispetto alla stessa data del 2023 di 7 mila unità. Sul totale, i cittadini stranieri risultano essere 5 milioni e 308 mila, in aumento di 166 mila individui sullo scorso anno. Si tratta di un’incidenza pari a circa il 9% sul totale. Ad acquisire la cittadinanza italiana nello scorso anno sono stati in 200 mila unità, un dato sostanzialmente in linea con l’anno precedente.
I profili
La maggior parte degli stranieri che decide di trasferirsi in Italia sceglie il Nord (sono circa il 58,6%), con un’incidenza dell’11,3%. Il secondo luogo prediletto è il Centro, dove risiedono 1 milione e 301 mila individui, anche qui con un’incidenza di poco superiore all’11%. Risulta più contenuta la presenza di residenti stranieri al Sud, con 897 mila unità, con un’incidenza di appena il 4,5 %.
Interessante il dato che approfondisce le nazioni di provenienza: il primato spetta anche quest’anno al Marocco, seguito da Albania e Ucraina. Al decimo posto troviamo la Tunisia che l’anno scorso era stata sopravanzata dalla Moldavia.
In media, l’età della popolazione di cittadinanza straniera nel nostro Paese è più bassa rispetto a quella italiana: la classe di età prevalente arriva fino ai 17 anni (sono circa il 20,6%); al secondo posto ci sono gli over 60 (10,8%).
Vale la pena soffermarsi anche sulle religioni più diffuse tra la popolazione straniera iscritta nelle anagrafi dei comuni italiani. All’inizio di quest’anno sono i cristiani a farla da padrone: il 53%, infatti, si dichiara di questa confessione (in particolare i cattolici sono 902 mila e la componente ortodossa raggiunge 1 milione e 545 mila fedeli). Il 29,8% è musulmano (circa 1 milione 582 mila). A seguire ci sono i buddisti (177 mila che incidono per il 3,3%), gli induisti (112 mila) per il 2,1%, i sikh (90 mila) per l'1,7%, mentre la quota di atei e agnostici (512 mila) si colloca al 9,7%.
Migranti e lavoro
Uno dei fronti più caldi analizzato dal rapporto Caritas-Migrantes riguarda il rapporto tra stranieri e lavoro. Dal punto di vista dell’occupazione, il 2023 ha registrato una crescita complessiva notevole: sono soprattutto gli occupati italiani ad aumentare di più (+2,3%).
I rapporti di lavoro attivati dai cittadini stranieri ammontano a 2.518.047, di cui il 75,9% di registrati per chi proviene da una nazione non-Ue (1.910.624). I datori di lavoro che hanno assunto almeno un lavoratore straniero lo scorso anno sono stati 414.409. Il 70,8% dei rapporti attivati sono stati a tempo determinato, il 20,3% a tempo indeterminato, il 3,2% contratti di apprendistato, l'1,5% contratti di collaborazione e il 5,6% altre modalità.
La provincia di Milano è quella che registra il maggior numero di attivazioni di contratti (9,8%), seguita da Roma (8,0%), Bolzano (3,3%), Verona (2,8%) e Firenze (2,5%). Dal punto di vista delle mansioni, continua a essere prevalente l'inquadramento come operaio (73,9% degli occupati totali); altre qualifiche sono impiegato (11,1%), quadro (0,9%) o dirigente (0,2%).
Integrazione
Dal rapporto emergono dati preoccupanti per quanto riguarda le manifestazioni di odio nei confronti degli stranieri, fenomeni che risultano in crescita nello scorso anno.
''È doppiamente importante – si legge nel Rapporto – considerare gli atti discriminatori subìti dalla popolazione di cittadinanza straniera residente in Italia: per la gravità degli atti in sé e perché le persone immigrate si collocano fra quelle fasce di popolazione che permettono di evidenziare situazioni in peggioramento nel Paese, anche in merito agli atti discriminatori o di intolleranza''.
Tra i giovani stranieri (la componente maggiore di ingressi), il 49,5% dichiara di aver subìto almeno un episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi nell'ultimo mese. Sono le donne migranti (circa il 7% degli arrivi), in particolare, a denunciare manifestazioni di odio. Ad amplificarle, soprattutto gli ambienti digitali: si stima che una ragazza su due sia stata vittima di violenza di genere online, in particolare a sfondo sessuale.