Regionali, l’Emilia Romagna rimane una roccaforte del Partito Democratico, l’Umbria torna a sinistra

Regionali, l’Emilia Romagna rimane una roccaforte del Partito Democratico, l’Umbria torna a sinistra

Regionali, l’Emilia Romagna rimane una roccaforte del Partito Democratico, l’Umbria torna a sinistra Photo Credit: Agenzia Fotogramma


In ER Michele de Pascale, Pd, sostenuto dal campo larghissimo, si attesta attorno al 56%, in vantaggio di ben 15 punti sulla sua sfidante Elena Ugolini. In Umbria Stefania Proietti del centrosinistra prevale rispetto alla presidente uscente Donatella Tesei

Alla fine finisce 2-0 per il centrosinistra con vittoria in tutte e 2 le Regioni. In Emilia-Romagna il successore di Stefano Bonaccini, eletto al Parlamento europeo, è Michele de Pascale, che è il nuovo Presidente, sfiorando il 56 per cento dei voti, Elena Ugolini per il centrodestra si ferma al 41%, al comitato a bologna per festeggiare il successo anche la leader del Pd Elly Schlein che ha parlato di ‘vittoria di squadra’. Da notare che il PD ha ottenuto più del 40 per cento di consensi. In Umbria le due favorite, la governatrice uscente Donatella Tesei per il centrodestra, e il sindaco di Assisi Stefania Proietti per il centrosinistra, sono state a lungo testa a testa, ma ora la Proietti dopo l’ultima proiezione ha un vantaggio di quasi 4 punti percentuali, incolmabile. Anche la premier Giorgia Meloni si è congratulata con de Pascale e Proietti: "Auspico una collaborazione costruttiva". L’affluenza in entrambe le Regioni è stata molto bassa, in Emilia Romagna sotto il 50 per cento, in Umbria poco sopra.

L’identikit

Ha 39 anni e, prima di essere stato designato candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Emilia-Romagna da un'ampia coalizione, è stato sindaco di Ravenna (eletto la prima volta nel 2016 e riconfermato nel 2021), presidente della sua Provincia e presidente dell'Unione delle Province d'Italia (eletto nel 2018): ecco l’identikit di Michele de Pascale, il nuovo governatore dell'Emilia Romagna. Nato a Cesena, è cresciuto (anche politicamente) a Cervia, in quella Romagna che, in più occasioni, ha definito la sua casa. Si è avvicinato alla politica negli anni del liceo, frequentando l'Augusto Righi nella città di origine, dove si è diplomato nel 2004 e dove, probabilmente, ha maturato l'idea di iscriversi alla facoltà di Medicina (senza, però, terminare gli studi) e di fare politica. Ancora molto giovane, infatti, sceglie di candidarsi al Consiglio comunale di Cervia, tra le liste dei Democratici di sinistra, diventando consigliere comunale. Qualche anno dopo, entra nel Partito democratico; nel 2009, viene rieletto consigliere comunale a Cervia con il Pd e, nel 2011, è nominato assessore, rimanendo in carica fino al novembre 2013. Nello stesso anno, De Pascale assume la carica segretario provinciale dei Dem di Ravenna. La sua carriera politica passa necessariamente attraverso il ruolo dall'amministratore, che ha ricoperto in fasi particolarmente complesse, dalla pandemia alle alluvioni che hanno colpito, in particolare, proprio la Romagna e la sua provincia. Sostenitore nel 2023, alle primarie del Pd, della mozione di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna dimissionario perché eletto all'Europarlamento, da molti è considerato proprio il suo delfino e durante il discorso di chiusura della campagna elettorale, a Bologna, lo ha ringraziato "per il lavoro fatto per questa regione in questi 10 anni". La scelta sul suo nome come candidato presidente è arrivata subito e all'unanimità dalla direzione regionale dei dem, riunita a Bologna. Per questa tornata elettorale, De Pascale è stato sostenuto dal Pd, dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi e Sinistra, da una lista di civici con esponenti di Itala Viva e Volt e da una lista riformista denominata Futura, che include Azione, +Europa, Radicali, Psi e Pri.

Le reazioni

"Siamo stati capaci di interpretare valori fortissimi di questa terra", le sue parole a caldo dopo la vittoria, per la quale ringrazia "il mio partito, il Partito democratico, qui ci sono Elly Schlein e Stefano Bonaccini che mi hanno dato da subito un grandissimo sostegno" e "tutte le forze di coalizione. Abbiamo voluto parlare di Emilia-Romagna, alle cittadine e ai cittadini emiliano-romagnoli di cosa volevamo fare per loro". Il primo messaggio è però per la premier Giorgia Meloni: "Noi, in questa terra, siamo stati profondamente feriti nell'ultimo anno e mezzo. Da questa campagna elettorale deve finire la speculazione politica", afferma auspicando una collaborazione con la presidente del Consiglio e ribadendo la speranza di poterla incontrare già nei prossimi giorni per "segnare un cambio di passo".

Proietti

L’altra vincitrice di giornata è Stefania Proietti, sindaca di Assisi al secondo mandato e presidente della Provincia di Perugia. Proietti era sostenuta da un'alleanza che comprende Pd, Cinque Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra oltre a formazioni civiche all'interno delle quali si ritrovano anche candidati espressione di Azione e di Italia Viva pur non avendo una loro lista. Un'esperienza di campo largo che era stata 'inaugurata' con la candidatura di Vittoria Ferdinandi a sindaca di Perugia, risultata poi vincente. Nata ad Assisi 49 anni fa, Proietti si è laureata in ingegneria meccanica all’università di Perugia e ha conseguito un dottorato di ricerca in ingegneria industriale e un master di II livello in gestione dei sistemi energetici. È ricercatrice universitaria su temi legati alla sostenibilità e al cambiamento climatico. Sposata, due figli maschi, nel 2016 approda alla politica da civica e viene eletta sindaca di Assisi - sostenuta dal Partito democratico e due liste civiche. Nel 2021 è stata confermata per un secondo mandato, stavolta anche con l’appoggio del M5S. Nello stesso anno è stata eletta anche presidente della Provincia di Perugia. Pacifista e cattolica, nel suo programma l'accento è stato sulla sanità: «C'è stato uno smantellamento graduale di quella pubblica che non riesce più a garantire le prestazioni minime essenziali». Non a caso, per la chiusura della campagna con i big (Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni) ha voluto un presidio di fronte all'ospedale di Terni.


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