Renzo Rubino, Ho imparato di nuovo a vivere e raccontarmi

Renzo Rubino: "Ho imparato di nuovo a vivere e raccontarmi"

Renzo Rubino: "Ho imparato di nuovo a vivere e raccontarmi"


Il cantautore torna dopo due anni con "Il gelato dopo il mare" e si racconta a RTL.it

Fare tabula rasa per ricominciare. Ricominciare a vivere, raccontare, sognare e soprattutto fare musica. Succede anche che uno dei cantautori più apprezzati della nuova generazione, Renzo Rubino, abbia anche pensato di mollare la musica. E allora che fare? "Sono tornato nella mia Martina Franca - ha spiegato a RTL.it -, ristrutturato la casa di campagna di mio nonno, lavorato la ceramica, mi sono dedicato alla scultura". Fino a quando una notte Renzo si è messo al pianoforte ed è nato "Il gelato dopo il mare", un bell'album ricco di suoni, di ispirazione e di leggerezza.
Si inizia con "La vita affidata all'oroscopo della Gazzeta", per proseguire con il singolo "La La La", nel cuore del disco arrivano le ballad "Il segno della croce", "Superinutile" e soprattutto "Ridere", orchestrale e ariosa che sarebbe stata perfetta per il Festival di Sanremo. Poi si torna al ritmo sostenuto di "Ridere". Insomma un album che è un caos "ordinato", che mira all'ascolto rilassato e ispirato.

Perché fuggire per due anni?
Avevo bisogno di evolvermi, vivere e gustare le cose vere della quotidianità. Volevo crescere musicalmente e per farlo dovevo tornare a pensare, perder del tempo e vivere. Così ho lasciato Roma per Martina Franca.

E cosa è successo in quei mesi?
Ho fatto tante cose. Anche riprendere i contatti con i miei vecchi amici. Avevo bisogno di verità, la stessa che avevo perso ormai da tempo. Insomma in questa fase della mia vita avevo bisogno di ricercare per poter dire delle cose...

Quando ti sei sbloccato?
Una notte. Mi sono svegliato mi sono avvicinato al pianoforte che non toccavo da tempo e da lì ho ripreso a scrivere. Un po' come quando nel post sbronza arriva la soluzione. Dal caos si genera una sorta di tranquillità.

E ora cosa farai? Tornerai nella grande città?
Dopo due anni ed essermi svuotato totalmente ho bisogno di riempirmi di conoscenza, mischiarmi con la gente e confrontarmi. E' quello che è successo proprio con l'incontro con il produttore di Capossela e Negramaro: Taketo Gohara. Un incontro fortunato che mi ha dato tanto, anche a livello sonoro in questo album. Comunque prenderò un appartamentino a Milano.

Come mai Milano e non più Roma?
Perché paradossalmente Milano è molto più vicina a Martina Franca di quello che si possa pensare. E' più vivibile, tranquilla, bella, piena di cultura e di vita. Mi servirà come appoggio e poi posso tornare a casa mia quando voglio.

Come mai in questo album c'è Lucio Dalla che citi esplicitamente in "Cosa direbbe Lucio"?
Lucio Dalla è stato e rimane un padre artistico per tutti noi. Bisogna sempre sapersi distaccare dai propri idoli ma in questa circostanza ho fatto un'eccezione. Ero sotto stress per motivi futili, ad un certo punto mi sono ritrovato con un 33 giri di Lucio tra le mani e ho esclamato: "Ma cosa diresti in questo momento?". la risposta sarebbe stata quello di essere leggero e andare avanti. Così è nata questa canzone.

Sembrava che a Sanremo 2017 dovessi esserci anche tu nel cast ma come sono andate le cose?
Quando ho letto il mio nome come papabile tra i Big mi è preso un colpo (ride, ndr). La verità è che devo tutto a Sanremo, mi ha fatto conoscere, è stata anche una mamma, mi ha protetto ma era anche giusto camminare da soli. Volevo mostrare un cambiamento anche in questa scelta.


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