21 novembre 2020, ore 19:00
L’avvento della tv ha cambiato la società, rivoluzionando costumi e abitudini; dallo schermo anche linfa culturale che ha nutrito diverse generazioni
Oggi nell’era dell’informatica, in cui il video è quello del computer e del telefonino, parlare di televisione a un sapore vecchio, anzi di antico. La tv, di fatto, non appartiene più, da un punto di vista iconico, alle generazioni attuali. Tanto che, per sopravvivere, si è dovuta modificare, in peggio, per molti aspetti. La stantia televisione generalista, vista da un pubblico adulto, ha lasciato il passo alle tv a pagamento che si reggono, principalmente sullo sport, sui film e sulle serie tv, che stanno prendendo il posto del cinema.
Quando è stato deciso di creare la giornata mondiale della televisione
Il primo World Television Forum è stato organizzato dalle Nazioni Unite, a metà degli anni ’90, ed è proprio da questo evento che è nata la Giornata Mondiale della Televisione, che oggi stiamo celebrando. In quell’occasione venne redatto un documento ufficiale, in cui si affermava l’importanza della televisione come mezzo essenziale per la democrazia, la diffusione della cultura, la pace globale, l’aggregazione sociale, la libertà dell’informazione.
Chi non conosce la storia della televisione?
Prima dell’arrivo della televisione, le famiglie si raccoglievano davanti alla radio per ascoltare novelle, notizie e cronache. Per queste le prime trasmissioni televisive in bianco e nero seguivano lo stesso formato della radio, vale a dire un uomo che leggeva delle notizie. Lo stile monocromatico è stato abbandonato quando la tecnologia del colore è stata sviluppata tra la metà e la fine degli anni Sessanta. Annoiati? Sicuramente sì, perché la storia della televisione la conosciamo tutti. Non è il caso di ripercorrerla con dati e spiegazioni inutili. Allora festeggiamo. Pensiamo a tutti i ricordi che sono legati, a vario titolo, alle trasmissioni che sono state trasmesse a partire dagli anni Cinquanta. Programmi, cartoni animati, telefilm, sceneggiati, eventi sportivi.
Quali sono i nostri ricordi legati al piccolo schermo, madre dei piccoli e amico dei grandi
La televisione ha cambiato la storia della società italiana, e quando si parla di società dobbiamo guardare alle nostre singole vite. Come è cambiata la storia della nostra famiglia, la nostra vita, grazie al piccolo schermo? Ecco che affiorano i racconti dei nonni, che ricordano la televisione in bianco e nero o dei cinquantenni che hanno vissuto quell'epoca da bambini. E i giovani cosa ricordano? Serie di telefilm degli anni 80' o 90', repliche e controrepliche di classici come "Happy Days". Dunque dai ricordi che noi conserviamo possiamo datare i passaggi della nostra esistenza, infanzia, adolescenza, età adulta, vecchiaia.
Perché guardiamo la televisione?
Escludendo i programmi di informazione e quelli sportivi, il primo motivo che ci spinge ad accendere la tv è la consuetudine. Una volta si guardavo i programmi, oggi si guarda la televisione, indipendentemente da ciò che viene trasmesso. A quanti è capitato di tenere la televisione accesa, guardando cose di nessun interesse? A tanti, sicuramente. Per questo oggi la tv ha perso tutti i suoi connotarti, quelli per cui ha meritato, addirittura una giornata mondiale. ma come non dovevamo festeggiare? Sì, ma lo facciamo cercando di ritrovare il suo fine ultimo, quello ha evidenziato l'Onu: mezzo essenziale per la democrazia, la diffusione della cultura, la pace globale, l’aggregazione sociale, la libertà dell’informazione.
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