Riserva Indiana, salva una pianta
23 ottobre 2017, ore 18:02
A New York una gigantesca serra adibita ad una coltivazione intensiva particolarmente coercitiva
I newyorkesi sapranno che per far sì che sulle loro tavole troneggi ogni giorno l’insalatina fresca le piante sono costrette a fare gli straordinari? Su questo verterà la puntata di Voyager del prossimo 8 gennaio, popolare programma Rai che sarà nuovamente in palinsesto dal 18 dicembre. Sabato scorso infatti, in occasione della 50esima edizione di Acqui Storia, prestigioso premio che si svolge ogni anno ad Acqui Terme, dove peraltro è stato insignito della targa Testimone del Tempo il giornalista e scrittore Massimo Fini, ho fatto una chiacchierata con Roberto Giacobbo, presentatore della manifestazione e conduttore del suddetto programma. In una tavolata in cui almeno tre non mangiavano carne, piuttosto naturale che la conversazione si sia indirizzata sulle nostre abitudini alimentari, in particolare sulla scelta vegetariana. Ed è a quel punto che ho appreso l’esistenza di quello che è stato ribattezzato come il lager delle piante, alle porte di New York: una gigantesca serra adibita ad una coltivazione intensiva particolarmente coercitiva. Le piante qui vengono fatte crescere in tempi più che dimezzati, costrette 24 ore su 24 sotto una luce artificiale, rimpinzate di sostanze dopanti esattamente come funziona già per maiali, mucche e polli. In pratica l’erba che arriva sulle tavole dei newyorkesi è tutt’altro che fresca. È artificiale. Tra non molto prepariamoci dunque a nuovi presidi vegani per il diritto alla vita delle piante, con tanto di cartelli del tipo: free vegetables. E poiché in natura qualunque specie vivente è senziente, sarà meglio abituarsi a mangiare i sassi.