Riserva Indiana, Vi consiglio '7 Minuti'
05 novembre 2017, ore 10:59
Il cast è strepitoso: la Mannoia dimostra straordinarie doti da interprete
Il cast è strepitoso, tutte davvero brave e convincenti, persino la Mannoia che dimostra straordinarie doti da interprete, non solo di canzoni. Ottavia Piccolo è Bianca, portavoce delle operaie di una fabbrica tessile italiana i cui vecchi proprietari stanno cedendo le proprie quote ad una società francese. Tutto accade nell’ambito di una giornata nella quale si decidono le sorti di centinaia di lavoratori attraverso un incontro con la nuova dirigenza, impersonata da un’altera signora francese la cui apparente gentilezza nasconde in realtà una natura subdola e un’insofferenza al modus operandi un po’ casereccio tipico di noi italiani: insomma, una vera stronza. Bianca deve riferire alle dieci rappresentanti le decisioni prese dalla nuova dirigenza: nessun licenziamento, ma ad una condizione, ovvero che tutti rinuncino a 7 minuti del proprio turno di riposo. Inizialmente la notizia viene accolta con entusiasmo se paragonata alla possibilità di perdere il lavoro. Ma sedute attorno ad un tavolo, nell’intento di cercare una risposta comune, si insinua in ognuna delle lavoratrici l’idea, fondata e reale, di essere vittime di un vero e proprio ricatto: i 7 minuti rappresentano semplicemente il primo passo per una più pericolosa e definitiva resa. Le reazioni sono multiformi: c’è chi vorrebbe accettare senza riserve pur di ricevere comunque uno stipendio a fine mese e c’è chi, come Bianca, da subito comprende l’inaccettabilità della proposta. Attorno a quel tavolo si parla, si discute, si alzano i toni, le mani, ci si accapiglia, si piange, si ride, si tirano fuori gli aspetti più bassi e vili dell’essere umano in condizioni di manifesta difficoltà e sopruso. Alla fine una decisione è necessaria e non esente dal sacrificio dell’incorruttibile Bianca, che si vede costretta ad abbandonare la nave. Eccezionale l’interpretazione di Ambra Angiolini nel ruolo di Greta, donna dura ed aggressiva che prende la vita a cazzotti (non solo metaforicamente, dato che pratica il pugilato). Sublime Violante Placido che interpreta un’impiegata costretta sulla sedia a rotelle in seguito ad un incidente, imbruttita, invecchiata, piegata dalla vita ma con la volontà di non cedere. Un film che ci insegna, si lo fa, a non chinare il capo di fronte alle ingiustizie e che regala speranza. La speranza che il coraggio serva a non farci morire prima del tempo.