Roberto Mancini resta alla guida della nazionale, c'è voglia di ripartire dopo la delusione mondiale

Roberto Mancini resta alla guida della nazionale, c'è voglia di ripartire dopo la delusione mondiale

Roberto Mancini resta alla guida della nazionale, c'è voglia di ripartire dopo la delusione mondiale


Non è stato facile smaltire la delusione per la mancata qualificazione al mondiale, ma il CT rilancia: ho ancora voglia di Nazionale, voglio riorganizzare qualcosa di importante. Domani sera partita in Turchia, prima tappa del nuovo viaggio verso il rilancio

MANCINI RESTA IN NAZIONALE

Roberto Mancini non lascia, anzi: raddoppia e resta alla guida della nazionale. La riserva sul suo futuro è stata sciolta. Il commissario tecnico ha affermato di essere totalmente allineato con il presidente federale Gabriele Gravina, che ne aveva sollecitato la riconferma anche dopo la mancata qualificazione al mondiale del prossimo inverno in Qatar. Domani sera l’Italia sarà chiamata a giocare una partita in Turchia; la si può vedere come una inutile scocciatura, non c’è nulla in palio e c’è il retrogusto aspro di un mondiale sfumato; ma forse è meglio viverla come il primo step della ripartenza. Nella conferenza stampa della vigilia, Roberto Mancini si è detto pronto a intraprendere un nuovo ciclo. Senza gettare tutto e tutti alle ortiche, andrà pianificata una rifondazione, con un ulteriore ricambio tra i giocatori. L’allenatore marchigiano ha già compiuto questa opera nel 2018 ed è arrivato a vincere un Europeo; ora bisogna ripartire da capo. Mancini ha anche cercato di esorcizzare la grande delusione per l’inopinata sconfitta con la Macedonia e ha provato a scherzarci su: “Sono ancora giovane, posso ancora divertirmi con questa Nazionale. Il mio obiettivo era vincere Europei e Mondiali, siamo a metà strada; vorrà dire che dovrò aspettare un po’ di più per i Mondiali…”.


VOGLIA DI RISCATTO PIU' FORTE DELLA DELUSIONE

Prima di guardare al futuro, Roberto Mancini ha gettato un ultimo sguardo a ciò che ci siamo appena lasciati alle spalle: “E' inutile stare a trovare spiegazioni... Il nostro gruppo dovevamo vincerlo almeno con due punti di vantaggio sulla Svizzera. A Basilea la partita doveva finire 3-0, con la Bulgaria doveva finire in goleada. La squadra ha sempre giocato: può essere stata più imprecisa ma questo è il calcio, le cose ci sono andate storte. Però è così, inutile stare a pensare o a cercare scuse. E' accaduto ciò che è accaduto, dobbiamo accettarlo”. Nel dopopartita di Palermo, la delusione ha portato Mancini a pensare molto concretamente all’addio. Poi è cresciuta la voglia di riscatto. Il ct non vuole essere ricordato per un fallimento, visto che nel suo curriculum azzurro brilla la conquista dell’Europeo. Insomma, Mancini vorrebbe dimostrare che lui è quello di Wembley, la Macedonia è stata un incidente di percorso, per quanto gravissimo.


RIFONDAZIONE AZZURRA

Ora è il momento di guardare avanti: “Bisogna ripartire, ho parlato con il presidente, siamo allineati su tutto, ho ancora voglia di Nazionale. Mi piace questo lavoro e con i ragazzi voglio riorganizzare qualcosa di importante. A parte la delusione, il resto va avanti... Inseriremo sicuramente ragazzi più giovani, sperando possano avere esperienze importanti nei loro club perché questo è fondamentale. Lavoreremo su questo e vedremo quale sarà la situazione generale”. Via dunque a un nuovo ricambio generazionale, ma senza bastonare troppo la vecchia guardia: “Quella attuale è una squadra che, con qualcuno dentro, poteva giocarlo per vincere il Mondiale. A giugno un po' di inserimenti ci saranno perché è giusto così, dobbiamo pensare all'Europeo tra due anni”.


PROVARE A RIPARTIRE

Domani sera a Korya la partita con la Turchia. Numerose le defezioni, hanno lasciato il ritiro azzurro anche Florenzi e Politano. Nei giorni scorsi erano tornati a casa altri acciaccati, e hanno salutato il gruppo anche Immobile Insigne e Jorginho, visto che non avrebbero giocato in Turchia. Qualcuno non aveva gradito: senza colpevolizzare nessuno, se l’Italia non va ai mondiali è anche per le loro mancanze. Abbandonare la barca che affonda non è parsa una grande idea, ma Mancini si assume le responsabilità: “Sono io che ho obbligato certi giocatori ad andare via, anche perche' alcuni sarebbero andati in tribuna. Se possiamo fare qualcosa per i club noi lo facciamo. Insigne aveva un problema fisico già prima ed era al 50%, Immobile domani non avrebbe giocato e sarebbe andato in tribuna, quanto a Jorginho - il Chelsea ce lo aveva mandato tre giorni prima senza fargli disputare l'FA Cup. Mi sembra giusto per questa partita in Turchia provare soluzioni alternative”. Molto elegante da parte di Mancini. Detto questo, un giocatore finito al centro delle critiche per sue prestazioni negative in Nazionale avrebbe anche potuto espiare chiedendo di essere comunque convocato. Anche per andare in tribuna. Sarebbe stato un bel gesto.



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