24 luglio 2024, ore 14:34
I Carabiniere, coordinati dalla Procura del Tribunale di Roma, hanno eseguito un fermo nei confronti di un marocchino, sospettato di violenza sessuale aggravata su una minorenne
I Carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, sotto la supervisione della Procura del Tribunale di Roma, hanno eseguito un fermo emesso dal pubblico ministero nei confronti di un uomo marocchino di 40 anni, sospettato di violenza sessuale aggravata su una minorenne.
LE INDAGINI E L'ARRESTO DEL SOSPETTATO
Le indagini sono state avviate immediatamente dopo che i genitori di una bambina di otto anni hanno presentato una denuncia ai Carabinieri di Tor Bella Monaca. La bambina aveva confidato ai genitori di comportamenti strani e inappropriati da parte del vicino di casa, che le avevano causato uno stato di ansia persistente. L'indagato, che vive nell'appartamento adiacente, aveva conquistato la fiducia della bambina offrendole dolciumi in diverse occasioni. Considerata la gravità delle accuse, i Carabinieri di Roma Tor Bella Monaca hanno iniziato subito un'attività investigativa dettagliata e riservata, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma. Gli eventi risalgono al mese di giugno, quando la bambina. Una volta soli, l'uomo avrebbe compiuto atti di molestia sessuale nei confronti della bambina. Il pubblico ministero della Procura di Roma, in stretta collaborazione con i Carabinieri, ha quindi ordinato il fermo dell'uomo, considerando il concreto rischio di reiterazione del reato e il pericolo di fuga. I Carabinieri hanno successivamente trasferito il 40enne al carcere di Regina Coeli, dove il fermo è stato convalidato dal Tribunale di Roma, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per l'indagato. Il fermo rappresenta un passo significativo nell'indagine e riflette l'impegno delle forze dell'ordine nel proteggere i minori e nel perseguire i responsabili di crimini così gravi. La collaborazione tra i Carabinieri e la Procura è stata essenziale per raccogliere prove solide e garantire che l'indagato non potesse commettere ulteriori reati o tentare di sfuggire alla giustizia. I genitori della bambina, che hanno avuto il coraggio di denunciare il sospettato, hanno svolto un ruolo cruciale nell'avvio delle indagini. La loro denuncia ha permesso ai Carabinieri di intervenire rapidamente, avviando un'inchiesta che ha portato alla raccolta di prove sufficienti per giustificare il fermo.