09 giugno 2022, ore 12:16
il progetto estorsivo del 47enne originario della provincia di Trieste, prevedeva il pagamento, da parte delle vittime, di ingenti somme di denaro in criptovalute. Per rendere più credibili le sue minacce, nelle mail anonime che inviava inseriva anche video in cui mostrava come avveniva l'avvelenamento
Era già conosciuto per i suoi tentativi di estorsione e le frodi informatiche l’uomo, 47 anni, residente in provincia di Trieste, arrestato nelle ultime ore dalla polizia postale su ordine della Procura della Repubblica di Roma. Per gli inquirenti era lui che minacciava di avvelenare acque minerali e prodotti alimentari nei supermercati, con iniezioni di cianuro e topicida. Minacce a cui seguiva una richiesta di denaro che doveva essere corrisposto in criptovalute. Gli investigatori sono riusciti a scoprire ben 200 tentativi di estorsione compiuti nei confronti di aziende non solo italiane, ma anche di Germania, Francia, Spagna, Austria e Svizzera. Anche per questo gli investigatori romani si sono avvalsi della collaborazione degli ufficiali di polizia giudiziaria presso l’Europol. In particolare la polizia austriaca era riuscita a seguire le tracce informatiche e finanziarie lasciate dal 47enne triestino
Le mail anonime
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, l’estorsore si nascondeva dietro email anonime, inviate attraverso provider esteri. Per apparire ancora più persuasivo nel ricatto alle aziende alimentari, vittime dell'estorsione,l'uomo aveva anche pubblicato online video dimostrativi sulle modalità dell'avvelenamento,. La minaccia prevedeva anche la successiva divulgazione, attraverso gli organi di stampa, dell'avvenuto avvelenamento dei prodotti, con potenziale rilevantissimo allarme sociale, danno di immagine ed economico per le aziende e soprattutto determinando un gravissimo pericolo per la salute dei consumatori. Gli investigatori ritengono, comunque, che l’indagato non sia mai passato dalle parole ai fatti, che non abbia mai effettivamente realizzato gli avvelenamenti che minacciava. Questo anche grazie alla tempestività delle indagini. Nelle perquisizioni effettuate nella sua abitazione è stata recuperato tutto il materiale che sarebbe stato usato per impacchettare i video estorsivi. L’inchiesta di Roma ha portato anche alla revoca del regime di affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione concessagli a seguito di una precedente condanna, in via definitiva, per altri delitti di frode informatica ed estorsione.