13 omicidi, il killer del Golden State confessa i delitti dopo 40 anni per evitare la pena capitale
Fino ad ora era rimasto in silenzio. L’ex agente di polizia, Joseph James DeAngelo, 74 anni, ha deciso di parlare, dichiarandosi colpevole di 13 omicidi. Il cosiddetto “killer del Golden State” che ha terrorizzato la California per oltre 20 anni, mettendo a segno crimini efferati tra cui stupri e rapine, era stato arrestato nel 2018, ad incastrarlo il Dna trovato sulla scena dei crimini. La confessione è arrivato dopo il raggiungimento di un accordo con l’accusa per avere salva la vita ed evitare l’esecuzione capitale, che sarà sostituita con 11 ergastoli, senza possibilità di remissione della pena. A DeAngelo vengono attributi un centinaio di brutali omicidi e 50 stupri commessi tra il 1975 e il 1986. L’età delle sue vittime variava dai 14 ai 41 anni. Agiva soprattutto nei dintorni di Sacramento, In California. Faceva irruzione nelle abitazioni di notte, a volte quando la casa era vuota, nascondendosi e preparandosi in vista dell’arrivo delle vittime prescelte.
Una lunga storia di crimini quella di DeAngelo, l’uomo che per 20 anni ha terrorizzato la California
Joseph James DeAngelo è stato arrestato il 24 aprile del 2018 a Sacramento in California, con l’accusa di essere il “killer del Golden State”, autore tra il 1974 e il 1986 di almeno 13 omicidi, circa 50 stupri e oltre 100 rapine. L’ex agente si è dichiarato colpevole di tutti i reati che gli venivano contestati. Ed è rimasto freddo e impassibile durante la lettura della sentenza di patteggiamento da parte del vice procuratore distrettuale della contea di Sacramento. Grazie a questa sentenza DeAngelo ha evitato la condanna alla pena di morte, in cambio dell’ammissione di tutti i reati commessi, tra cui alcuni per i quali non era stato neanche accusato. Quello del “killer del Golden State” negli Stati Uniti era uno dei più noti cold case, come sono chiamati i casi criminali che restano irrisolti per anni, a volte decenni. Ma come è stato risolto? La polizia ha inserito il DNA di DeAngelo, recuperato da una scena del crimine negli anni Settanta, in un sito che permette agli utenti di far analizzare dei campioni genetici per scoprire eventuali parentele, malattie ereditarie o origini lontane. E così il killer p stato inchiodato.
A causa delle misure anti-Covid, si è tenuta in una sala da ballo l’udienza che ha chiuso il caso DeAngelo
L’ex veterano della guerra in Vietnam è apparso in tribunale sulla sedia a rotelle e con la tuta arancione che indossano i detenuti. L’udienza, trasmessa via streaming, si è tenuta in una sala da ballo della Sacramento State University, scelta per garantire le misure di distanziamento durante la pandemia da coronavirus. DeAngelo ha dovuto essere aiutato ad alzarsi quando il giudice è entrato nell’aula. Il killer, così come gli avvocati e i pubblici ministeri, è stato costretto ad indossare una visiera protettiva come dispositivo di protezione individuale dal contagio. La scelta dei pubblici ministeri di optare per il patteggiamento e di non andare a un processo con giuria è stata dettata anche dalle condizioni particolari dell’emergenza sanitaria.