Rottura tra Balotelli e il Brescia: Il giocatore non va all'allenamento, si rischia di finire in tribunale
Rottura tra Balotelli e il Brescia: Il giocatore non va all'allenamento, si rischia di finire in tribunale
03 giugno 2020, ore 11:32
Rottura totale tra Balotelli e il Brescia, ennesimo fallimento per un giocatore dal talento immenso, ma con poca disciplina ormai fuori dal giro che conta
Why always me?
Mario Balotelli se lo chiedeva già ai tempi del Manchester City. Perché nel mirino di allenatori, giornalisti, tifosi finiva sempre lui? La risposta non pare difficile: tra i suoi talenti c’è anche quello di sapersi infilare nelle situazioni sbagliate, con una continuità superiore a quella vista in campo. Agata Christie sosteneva che tre indizi fanno una prova, e qui di indizi ce n’è almeno una decina. E’ davvero un peccato, perché Mario ha anche altri talenti: una tecnica formidabile unita a una forza fisica impressionante. Ma –come dimostra la sua storia – tutto questo non basta per diventare un campione. Ci vuole di più, ci vuole la testa.
Capolinea Brescia
Il Brescia era sembrata l’ennesima occasione per il rilancio: Mario aveva la possibilità di essere la stella nella squadra della sua città, dopo tanto peregrinare avrebbe potuto allenarsi a pochi chilometri da casa. Ma anche questa volta è andata male. Ormai ci sono di mezzo gli avvocati e tutto probabilmente finirà con una causa. Nemmeno oggi Balotelli si è presentato all’allenamento, la circostanza si è già ripetuta diverse volte nelle ultime settimane. Il presidente del Brescia Massimo Cellino ha definito l’operazione Balotelli “una scommessa persa di brutto”. In effetti la stagione è stata vissuta con pochi alti e molti bassi, con soltanto cinque gol segnati, che non hanno allontanato la squadra dalla zona retrocessione. Il presidente sta valutando l’ipotesi di una risoluzione del contratto per scarsa professionalità del giocatore; il quale medita di replicare facendo causa alla società, con la richiesta di 400mila euro di danni.
Una storia tormentata
Sulla carriera di Mario Balotelli ha soffiato la bufera, fin dall’inizio. All’Inter è stato un grande amore giovanile, ma tutto si è rivelato un fuoco di paglia. Più che per i gol e le giocate dei primi due anni con Mancini, i tifosi nerazzurri lo ricordano per essere stato l’antieroe nella notte magica della semifinale con il Barcellona, con la maglia scagliata a terra mentre tutti gli altri davano il 110% per superare l’avversario più forte. In Inghilterra con il Manchester City contribuisce alla vittoria del campionato, ma finisce sui giornali anche per ripetuti comportamenti non proprio da serio professionista. Tornato in Italia, al Milan parte bene e finisce male. Al Liverpool non lascia tracce, al Nizza e al Marsiglia alterna qualcosa di buono a lunghe pause. E non mancano polemiche e squalifiche.
Futuro quasi compromesso
Il prossimo 12 agosto Mario Balotelli compirà trent’anni. Non è più un ragazzino. La consacrazione viene costantemente rimandata da una decina d’anni. Ormai bisogna prendere in considerazione che siamo di fronte a un incompiuto. Chiuso il rapporto con il Brescia, pare arrivino sirene dal campionato brasiliano, sono circolati i nomi del Flamengo, del Botafogo e del Vasco De Gama. Ma non c’è nulla di definito, e Mario senza una proposta da lui giudicata interessante potrebbe anche scegliere di chiudere qui. Anche con la Nazionale i rapporti sembrano compromessi: in Azzurro Balotelli ha giocato un grande Europeo nel 2012, con Prandelli in panchina. Ma poi, per l’ennesima volta, si è perso. Roberto Mancini credeva in lui. Appunto, credeva.