Rugby, la prossima settimana torna il Sei Nazioni, stadi senza pubblico per il covid, l'Italia è ancora in fase di ricostruzione

Rugby, la prossima settimana torna il Sei Nazioni, stadi senza pubblico per il covid, l'Italia è ancora in fase di ricostruzione

Rugby, la prossima settimana torna il Sei Nazioni, stadi senza pubblico per il covid, l'Italia è ancora in fase di ricostruzione


28 gennaio 2021, ore 18:00 , agg. alle 11:37

Prima partita a Roma contro la Francia il 6 febbraio, poi Inghilterra, Irlanda, Galles e Scozia

Di Cristian Marchetti

Il Sei Nazioni delle bolle in cui si chiuderanno le partecipanti. Il Sei Nazioni delle porte chiuse. Se l'edizione 2020 era stata spaccata in due dalla pandemia, quella 2021 (la ventiduesima dall'ingresso dell'Italia), presentata oggi in una videoconferenza registrata al Palazzo H del Coni, nasce già nell'isolamento.


Il calendario del Sei Nazioni

Si parte il 6 febbraio con Italia-Francia; chiusura il 20 marzo; 3 le partite all'Olimpico per l'Italia di Franco Smith, che a Roma incrocerà anche Irlanda (il 27) e Galles (il 13 marzo). Il 13 febbraio la seconda giornata in casa dell'Inghilterra vincitrice lo scorso anno con 18 punti in classifica: gli stessi della Francia, ma vantando miglior differenza punti (+44 contro +21). Ultimo impegno a Murrayfield, contro la Scozia, appunto il 20 marzo.


La nuova Italia del rugby

Bassissima l'età media, 24 anni e rotti, di un'Italia ancora alle prese con un'importante nonché complessa fase di ricostruzione: si va dai 19 anni del mediano di mischia con natali gallesi ma avi italiani Varney e di Favretto – esordiente insieme a Rimpelli, Manfredi e all'equiparato Brex – ai 29 di Palazzani e del capitano, il tallonatore Luca Bigi. Mancheranno il 36enne “senatore” Ghiraldini, che in settimana ha annunciato il ritiro dopo 107 battaglie, e il talento tra i trequarti, spesso incubo delle difese avversarie, Minozzi, il quale sui social ha annunciato una pausa a causa di motivi personali.


Le parole di Malagò

«L'Italia deve continuare a dimostrare di essere protagonista. Per quanto ci riguarda, siamo sempre molto vicini a questo sport, anche per il rispetto che si deve ai temi sociali che il rugby è capace di veicolare. Oltre, ovviamente, all'atmosfera che nel corso degli anni è riuscita a creare», ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò. Il quale ha poi simpaticamente auspicato un (eventuale) nuovo ministro dello Sport in «una persona che incarni questo spirito. La cosa più importante, tuttavia, è che rispetti l'onore della maglia». Tra i relatori, anche il presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute Vito Cozzoli e il sindaco di Roma Virginia Raggi, entrambi rammaricati per l'assenza del pubblico, nonché il presidente della Federugby Alfredo Gavazzi che ha parlato di un «Sei Nazioni che nasce frastornato a causa del Covid».

Il tecnico Franco Smith crede nella giovane Italia

Nel torneo, l'Italia non vince una partita dal 28 febbraio 2015, quando violò Murrayfield per 22-19. Un'“eredità” piuttosto pesante sulle spalle dei ragazzi di Smith. «La ricostruzione è partita con l'edizione scorsa – ha ricordato il tecnico sudafricano – anche se poi, a causa dell'interruzione causa Covid, siamo stati costretti a ricominciare. Il primo aspetto che chiedo è la fisicità e, su questo fronte, stiamo crescendo. Nell'ultima Autumn Nations Cup i ragazzi hanno percorso 32 km in più e le altre statistiche sono dalla nostra parte». Il Championship potrà essere seguito su Rtl 102.5, radio ufficiale della Fir e della Nazionale Italiana. In tv, le partite dell'Italia andranno in onda su Dmax (canale 52), le altre su Motor Trend (59). A penalizzare il colpo d'occhio saranno gli stadi vuoti, la ferita più grande per una manifestazione che vive proprio dell'incredibile entusiasmo sugli spalti.


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