Russia: censurato il post di una bambina. Le autorità, discredita le forze armate e dissacra la bandiera russa
Russia: censurato il post di una bambina. Le autorità, discredita le forze armate e dissacra la bandiera russa Photo Credit: Fotogramma.it
31 ottobre 2024, ore 08:00
L'immagine della bambina di 10 anni tra le bandiere russa e ucraina, la prima accompagnata da un emoj con la faccia arrabbiata e la seconda da un cuore, non è andata giù. A risponderne è la madre che rischia una multa di 5 euro o un richiamo ufficiale
L’intolleranza di Mosca alle critiche censura perfino i bambini, la protagonista di questa storia ne ha soltanto 10, e data la giovanissima età le autorità hanno messo sotto indagine la madre, accusata a sua volta di essere venuta meno ai suoi doveri genitoriali.
COSA E’ SUCCESSO?
Tutto è cominciato quando su più canali Telegram è stato condiviso un video che mostra una bambina di 10 anni tra una bandiera russa e una ucraina, la prima accompagnata da un emoj con una faccia arrabbiata e la seconda da un cuore. La polizia della Crimea, regione annessa nel 2014 alla Russia, ha identificato l'autore del video: una studentessa di 10 anni di una scuola della città di Saki. Data l'età della bambina, la responsabilità amministrativa ricade sulla madre.
LA SANZIONE
Secondo le autorità si tratta di un video che “discredita” le forze armate di Mosca e “dissacra la bandiera” russa. La donna, di 38 anni, rischia un'ammenda di 500 rubli (circa 5 euro) o un monito ufficiale. Si dirà ben poca cosa, la contravvenzione è molto bassa, idem se si opterà per il semplice richiamo. Ma questo non è il primo caso che vede protagonisti i più piccoli per fatti di cui poi ne pagano le conseguenze i genitori.
I PRECEDENTI
Nel marzo del 2023 un uomo russo, Alexei Moskalyov, era stato condannato a due anni di reclusione dopo che sua figlia, in un disegno fatto per la lezione di arte a scuola, aveva rappresentato missili russi che piovevano su una madre e suo figlio. Mascia, 12 anni, è stata posta in un orfanotrofio, dove la piccola ha sofferto stress e isolamento. A seguito dell’indignazione popolare, è stata fatta uscire e affidata ad altri parenti fino a quando Moskalyov, padre single, è stato rilasciato nelle scorse settimane. Nell’opera di repressione del dissenso Amnesty International ha pubblicato lo scorso maggio un rapporto dal titolo “‘Tuo figlio andrà all’orfanotrofio’. I bambini e la repressione delle proteste” in cui spiega come le autorità russe neghino ai bambini e alle bambine il diritto alla libertà d’espressione, li indottrinino con la propaganda di guerra e prendano di mira i loro familiari che alla guerra, soprattutto a quella di aggressione contro l’Ucraina, sono contrari. Nel rapporto si racconta anche la storia di Varvara (Varya) Galkina, di 10 anni, che è stata interrogata dalla polizia di Mosca a causa della foto del suo profilo WhatsApp: un disegno in stile manga a sostegno dell’Ucraina. La polizia ha poi minacciato la madre, Elena Jolicoeur e ha perquisito la loro abitazione. La donna, dopo che le era stato imposto di seguire un programma “preventivo” per “i genitori che svolgono impropriamente il loro dovere”, è fuggita dalla Russia con Varvara e un’altra figlia.