Russia, condannata a 8 anni di carcere la giornalista che protestò in diretta tv contro l’invasione dell’Ucraina
04 ottobre 2023, ore 12:06
Condannata in contumacia ad otto anni e sei mesi di reclusione Marina Ovsyannikova, la giornalista che nel marzo del 2022 protestò in diretta sulla televisione di Stato contro l'invasione russa dell'Ucraina
La giornalista russa Marina Ovsyannikova è stata condannata in contumacia a otto anni e sei mesi di carcere per aver “diffuso notizie false” sulle forze armate del Paese. La sentenza del tribunale russo riguarda una protesta del luglio 2022, durante la quale Ovsyannikova aveva definito Vladimir Putin un “assassino” e i suoi soldati dei “fascisti”. Lo scorso marzo irruppe in diretta sulla televisione di Stato per protestare contro l’invasione dell’Ucraina mostrando un cartello con scritto “No alla guerra, stop alla guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”. Arrestata, fu rilasciata poco dopo.
L'ACCUSA DI AVER DIFFUSO INFORMAZIONI FALSE SULLE OPERAZIONI MILITARI RUSSE IN UCRAINA
Marina Ovsyanikova, attualmente riparata all’estero, dovrà scontare la pena in una “colonia correzionale”. Lo ha stabilito la Corte, aggiungendo il divieto di “partecipare ad attività legate alla gestione di pagine web di organi di informazione e telecomunicazione”. L’accusa è di aver diffuso “informazioni false” sulle operazioni militari russe in Ucraina. Già lo scorso ottobre le autorità del Paese avevano spiccato un ordine di cattura nei confronti di Ovsyanikova, che all’epoca si trovava agli arresti domiciliari.
MARINA OVSYANNIKOVA NELLA LISTA DEI RICERCATI INTERNAZIONALI
Un processo in contumacia per la giornalista che quasi un anno fa aveva deciso di lasciare la Russia insieme alla figlia. Inserita da Mosca nella lista dei ricercati internazionali, secondo alcune fonti si troverebbe in Francia. Prima della condanna alla reclusione, Ovsyanikova aveva subito una serie di ammende: l’accusa era sempre di aver agito in modo contrario agli interessi dell’esercito russo. Per il cartello in diretta su Channel One, oltre a una multa di 255 euro per “manifestazione non autorizzata”, fu licenziata al termine di un’inchiesta sull’accaduto.