18 marzo 2024, ore 18:30
Per adesso prende tempo e rimane in silenzio la premier Giorgia Meloni, che giovedì e venerdì sarà a Bruxelles per il Consiglio europeo di fine marzo. Invece Francia e Germania non riconoscono l’esito del voto, in quanto frutto di consultazioni “non libere”
“Quando un popolo vota ha sempre ragione, le elezioni fanno sempre bene sia quando uno le vince, sia quando uno le perde”. Le parole di Matteo Salvini sulla rielezione di Vladimir Putin in Russia arrivano a Bruxelles quando Antonio Tajani ha appena cominciato la riunione con gli omologhi europei. Immediata la replica da parte del titolare della Farnesina che, parlando ai giornalisti, gela l’alleato: “La politica estera la fa il ministro degli Esteri. Le posizioni di politica estera sono quelle del ministro degli Esteri”.
Sabato
Ma l’esternazione del leader leghista sembra voler preparare il suo appuntamento di sabato prossimo a Roma, con i colleghi sovranisti del resto d’Europa, e certamente crea imbarazzo a Giorgia Meloni, che giovedì e venerdì sarà a Bruxelles per il Consiglio europeo di fine marzo. Di sicuro, mentre la comunità internazionale si divide ancora una volta su Putin, l’esecutivo italiano è l’unico a non avere una sola linea. Da un lato Francia e Germania non riconoscono l’esito del voto in Russia, in quanto frutto di elezioni “non libere”, e l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell evidenzia come il voto russo si è basato sulla “repressione” e tenta di trovare una posizione comune dei 27 Stati membri su queste parole d’ordine, dall'altro lato il leader leghista si smarca schierandosi dalla parte di quei leader e quei Paesi che in queste ore spezzano lance a favore di Putin. "Le dichiarazioni di Salvini sul voto in Russia dimostrano ancora una volta che l'estrema destra in Europa è amica di Putin e di coloro che vogliono distruggere l'Europa", ha affermato Nicolas Schmit, candidato di punta dei Socialisti Ue alle Europee.
Italia
Il nodo è che soltanto in Italia il governo viaggia a due velocità sul fatto del giorno. Da una parte, Salvini: “Ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l'anno della pace". Dall’altra parte, Tajani: “Elezioni che sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Navalny è stato escluso dalle elezioni di fatto con un omicidio. Non c'erano candidati avversari di Putin. Abbiamo visto le immagini dei soldati russi entrare dentro i seggi per vedere come votava la gente, quindi non mi sembra che sia una elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi".
Il Ppe
Un comunicato del Partito Popolare europeo (Ppe) qualifica le elezioni “illegittime” e sollecita il Consiglio dei ministri europei degli Esteri a fare altrettanto. Dal suo canto la premier Giorgia Meloni prende tempo, ma è probabile che al Consiglio europeo giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles la premier debba anche dare delle spiegazioni agli alleati europei. Di sicuro Salvini si muove sulla scia di Viktor Orbán che, tornato dal viaggio negli Usa dopo aver incontrato Donald Trump, ha ammonito gli europei sul fatto che, in caso di rielezione del Tycoon, gli Usa non confermeranno gli aiuti all’Ucraina.
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