Sale la tensione Usa-Turchia; Biden contro Erdogan sulle donne; cresce l'allerta sui mercati
22 marzo 2021, ore 09:00
La decisione shock della Turchia di lasciare la Convenzione di Istanbul contro le violenze sulle donne ha alzato la tensione tra Stati Uniti e Turchia. Si dice deluso il presidente Usa, Biden
“Un passo indietro estremamente scoraggiante per il movimento internazionale contro le violenze sulle donne”. La decisione shock della Turchia di lasciare la Convenzione di Istanbul, ha turbato il presidente americano Joe Biden che si dichiara “profondamente deluso” per lo strappo di Recep Tayyip Erdogan, la cui decisione ha provocato un'ondata di proteste nel Paese turco, con migliaia di donne scese in piazza in diverse città. La Casa Bianca ha infatti giudicato la scelta “improvvisa e ingiustificata”, mentre “nel mondo assistiamo a un aumento dei casi di violenza domestica, comprese le notizie sull'aumento dei casi di violenze sulle donne e femminicidi in Turchia, la prima nazione a firmare la Convenzione”.
Non sono le uniche critiche alla Turchia
Le critiche sulla decisione shock della Turchia di lasciare la Convenzione di Istanbul che si sommano a quelle già piovute in settimana per la richiesta di mettere al bando il principale parto filo-curdo, l'Hdp, e 687 suoi dirigenti. Così la tensione tra Ankara e Washington è tornata a salire. Al momento, ovvero dall'insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, i due leader non hanno avuto contatti diretti. Anche l’Unione Europea manda un messaggio a pochi giorni dal Consiglio europeo, l'Alto rappresentante Josep Borell sostiene che: “Non possiamo non rammaricarci profondamente ed esprimere incomprensione per la decisione del governo turco”.
Erdogan non si ferma
Le condanne internazionali non hanno fatto breccia sul presidente turco Erdogan, che nelle ultime ore ha rilanciato il fronte militare contro i curdi, proprio durante i festeggiamenti del Newroz, il loro Capodanno. Nella regione di Ain Issa, nel nord della Siria sono segnalati intensi scontri tra milizie locali filo-Ankara e la coalizione delle Forze democratiche siriane, tanto che l'Osservatorio siriano per i diritti umani sostiene che Ankara avrebbe compiuto raid aerei nell'area per la prima volta dalla fine dell'operazione “Fonte di pace”, quasi un anno e mezzo fa. Nell’operazione l’esercito turco aveva strappato ai curdi una fascia di territorio nella zona di frontiera lunga quasi 120 km, anche se la Difesa turca non ha mai confermato i bombardamenti dei jet, ammettendo di aver compiuto solo una rappresaglia d'artiglieria.
L’economia di Ankara teme un contraccolpo
I timori di Ankara però vanno oltre gli scontri militari o le decisioni del presidente Erdogan. Soprattutto i mercati guardano all’apertura dopo l'ennesimo ribaltone alla Banca centrale. Il nuovo governatore, Sahap Kavcioglu, fautore della lotta radicale ai tassi d'interesse tanto cara a Erdogan, ha riunito d'urgenza i numeri uno degli istituti di credito per rassicurarli che il Paese continuerà a utilizzare tutti i suoi strumenti di politica monetaria con efficacia per raggiungere il suo obiettivo: ovvero la diminuzione duratura dell'inflazione, che attualmente è attorno al 15,6%. Le sue parole oggi saranno alla prova della fiducia degli investitori.