Sanità, solo un malato su 7 ha accesso a nuove terapie per il cuore

Sanità, solo un malato su 7 ha accesso a nuove terapie per il cuore

Sanità, solo un malato su 7 ha accesso a nuove terapie per il cuore


04 maggio 2019, ore 09:00

Ad affermarlo è il presidente del Gise secondo cui sono migliaia gli italiani con problemi gravi alle valvole cardiache

Sono migliaia gli italiani con problemi gravi alle valvole cardiache ma "solo un paziente su 7 ha accesso alle tecniche innovative, con forti differenze tra le Regioni". Ad affermarlo è il presidente della Società Italiana di Cardiologia interventistica GISE, Giuseppe Tarantini che, in occasione dell'evento ThinkHeart 2019, ha sollecitato "un incontro con il ministero della Salute proprio per promuovere, in un confronto su politica e gestione sanitaria, standard di cura appropriati". "Migliaia di italiani - afferma Tarantini - sono affetti da disfunzioni delle valvole cardiache e non hanno accesso a terapie innovative, a causa della frammentazione regionale del Servizio Sanitario Nazionale e delle diverse politiche sanitarie, che non favoriscono adeguata applicazione delle linee guida". Infatti, nonostante i progressi scientifici e tecnologici nel campo dell'interventistica cardiovascolare, alla tecnica innovativa TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation), procedura mini-invasiva eseguita senza aprire il torace e fermare il cuore, rileva l'esperto, "non accede neppure il 20% della popolazione candidabile. Per questa e altre procedure interventistiche cardiovascolari restano, cioè, numerosi ostacoli clinici, organizzativi e finanziari che rischiano di penalizzare fortemente i pazienti". Le nuove tecniche, prosegue, "hanno migliorato la sopravvivenza alle patologie cardiache come scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e malattia coronarica" ma alla TAVI per il trattamento della stenosi aortica, ad esempio, "su 50mila pazienti candidabili alla sostituzione della valvola per via transcatetere, solo 7mila sono quelli trattati".