27 febbraio 2024, ore 15:32
Truzzu: “La responsabilità della sconfitta è solo mia perché se a Cagliari avessimo preso 3-4 punti percentuali in più oggi si parlerebbe di vittoria”; Todde: “Un successo delle donne, dopo ben 75 anni siamo riusciti a rompere questo tetto di cristallo”
La nota congiunta di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani vuole allo stesso tempo rassicurare e ridimensionare. Secondo i tre leader del centrodestra “I dati disponibili sul voto in Sardegna consegnano una vittoria per meno di 3mila voti alla candidata del centrosinistra Alessandra Todde sul candidato di centrodestra Paolo Truzzu. Siamo rammaricati per il fatto che l'ottimo risultato delle liste della coalizione di centrodestra, che sfiorano il 50% dei voti, non si sia tramutato anche in una vittoria per il candidato presidente. Da queste elezioni, dunque, non emergerebbe in Sardegna un calo di consenso per il centrodestra. Ma rimane una sconfitta sulla quale ragioneremo insieme per valutare i possibili errori commessi. Continueremo a lavorare imparando dalle nostre sconfitte come dalle nostre vittorie”.
Truzzu
Da parte sua il candidato sconfitto, Truzzu, in conferenza stampa si è assunto ogni responsabilità: "Abbiamo perso davvero per uno 'sputo', circa duemila voti su 750mila sardi che sono andati a votare. La responsabilità della sconfitta è solo mia" perché, ha aggiunto, se a Cagliari "avessimo preso 3-4 punti percentuali in più oggi si parlerebbe di vittoria della Meloni". Proprio la città dove ha svolto il suo mandato di sindaco lo ha 'tradito' premiando la candidata del centrosinistra Alessandra Todde con circa "13mila voti" in più. Colpa "del voto disgiunto", ha osservato Truzzu, e dei molti "cantieri" disseminati per la città. Proprio sul voto disgiunto "matematico" punta il dito Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia secondo il quale però quello che giunge dalla Sardegna "non è un segnale politico nazionale ma locale".
Gli alleati
Gli alleati di centrodestra, invece, da Forza Italia, alla Lega, a Noi Moderati assicurano sulla tenuta del governo ma chiedono di "riflettere" ("faremo le nostre riflessioni - dice Maurizio Gasparri - ma non ci abbattiamo"). Dalla Lega, con il vice segretario, Andrea Crippa giunge un gelido "prendiamo atto delle scelte degli elettori sardi" e poi Matteo Salvini rilancia: "Ogni tanto cadere può servire a fare un esame per fare di più e meglio". "Non do la colpa a Truzzu", aggiunge il vice premier, "ma sicuramente quando cambia un candidato in corsa, anche un sindaco al primo mandato, è più complicato". "Il governo è comunque saldo al suo posto. Il dato elettorale delle regionali non tocca l'azione del governo, certo avremmo preferito vincere, ma il governo continua la sua attività senza problemi e guarda in avanti", assicura il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Todde
Todde da parte sua rivendica una vittoria che rappresenta anche una conquista per le donne perché "dopo 75 anni siamo riusciti a rompere questo tetto di cristallo e ad assumere un ruolo che nessuna di noi era riuscita ad avere. Sono contenta per ruolo avuto dalle donne nella mia squadra". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso della campagna elettorale per le regionali in Sardegna "è venuta qua a passeggiare, ha fatto una apparizione vergognosa. I sardi non si meritano il cabaret", rilancia Todde. Il campo largo del centrosinistra? "Io credo che la Sardegna non sia un laboratorio perché i sardi non sono delle cavie" taglia corto. Nei partiti che l'hanno sostenuta c'è aria di festa perché "il vento è cambiato", osserva la segretaria Dem Elly Schlein guardando già alle regionali in Abruzzo, la strada intrapresa, il campo largo del centrosinistra con i Cinquestelle è quella "giusta", "l'alternativa c'è" ed "essere testardamente unitari dà i suoi frutti". Insomma, in Sardegna "ha perso Truzzu, ha perso Giorgia Meloni che l'ha imposto con una forzatura e ha perso pure Salvini", conclude Schlein.
Conte
Sorride il leader Cinquestelle Giuseppe Conte perché "con questo passaggio diamo la sveglia al governo a Roma, la presidente Meloni ha molto da interrogarsi: l'arroganza con cui ha gestito la politica nazionale ma anche questa partita locale non paga". Quanto alle future alleanze con il centrosinistra Conte tiene il freno a mano tirato: i "cartelli elettorali" non funzionano, dice, e "servono compagni di viaggio affidabili".