02 luglio 2024, ore 14:45
Secondo la consulenza medico legale il bracciante poteva salvarsi. La Procura ha variato l'ipotesi di reato, contestando l'omicidio doloso con dolo eventuale
Satnam Singh, l'operaio indiano morto lo scorso 19 giugno in seguito ad un incidente sul lavoro, poteva salvarsi. A dirlo è la consulenza medico legale, che ha accertato che l’uomo è morto per l’ingente perdita di sangue. "Se fosse stato soccorso tempestivamente - si legge in una nota - con ogni probabilità si sarebbe salvato". La Procura di Latina ha così variato l’ipotesi di reato, contestando ad Antonello Lovato, titolare dell’azienda per cui Singh lavorava, quello di omicidio doloso con dolo eventuale. La Procura spiega che "le condizioni del lavoratore dopo l'infortunio sono risultate talmente gravi da rendere evidente la necessità di un tempestivo soccorso". Per gli inquirenti quindi "la decisione di omettere il doveroso soccorso ha costituito accettazione del rischio dell'evento letale ed ha integrato la causa che ha direttamente determinato il decesso". Lovato è stato arrestato. Le indagini intanto proseguono, in particolare per accertare le condizioni di lavoro del bracciante.
L'INCIDENTE SUL LAVORO
Satnam Singh, 31 anni, era stato agganciato da un macchinario avvolgiplastica che gli aveva tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori. Era stato caricato su un van e abbandonato vicino casa, il braccio lasciato in una cassetta per la raccolta della verdura. Dopo l'allarme dato dai familiari, era stato ricoverato al San Camillo di Roma, dov'è morto due giorni dopo.