Scuola: 4 studenti su 10 hanno provato una droga Photo Credit: fotogramma.it
26 giugno 2024, ore 10:25
Tra le sostanze più consumate dai ragazzi: cannabinoidi sintetici, ketamina, oppioidi sintetici, psicofarmaci assunti senza prescrizione
Nelle ore in cui apprendiamo i dettagli scioccanti dell’omicidio di Thomas, il 16enne accoltellato e ucciso da due suoi coetanei a Pescara per un debito di droga, la Relazione annuale 2024 del Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia fa emergere alcuni dati circa l’assunzione di sostanze tra i più giovani che lasciano altrettanto sgomenti. Uno su tutti, il numero di ragazzi e ragazze che, in età scolare, hanno provato almeno una volta una droga: 4 su 10.
I dati della relazione
Secondo i dati del 2023 quasi 960mila giovani tra i 15 e i 19 anni - il 39% della popolazione studentesca, ovvero quattro studenti su dieci - hanno assunto nella loro vita almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680mila (più di un quarto della popolazione studentesca) lo hanno fatto nel corso dell'ultimo anno. Nello stesso periodo sono stati quasi 360mila gli studenti under 18 che hanno consumato almeno una sostanza illegale, pari al 23% dei minorenni scolarizzati.
In particolare, si rileva un aumento del consumo di cocaina: quasi 54mila ragazzi tra i 15 e i 19 anni riferiscono di averne fatto uso nel 2023. Anche il consumo di nuove sostanze psicoattive è cresciuto in un anno, 160mila studenti tra i 15 e i 19 anni riferiscono di averne assunta almeno una nel corso degli ultimo 12 mesi. Le smart drug più consumate dai ragazzi sono cannabinoidi sintetici (4,6%), ketamina (1,3%), oppioidi sintetici (1,3%), catinoni (0,8%) e Salvia Divinorum (0,5%). Conseguentemente è aumentato anche il numero degli accessi al Pronto soccorso per situazioni direttamente correlate alla droga (8.596 nel 2023, il 5% in più, con un 10% di minorenni) e il numero di minorenni denunciati per reati penali correlati alla droga (+10% rispetto al 2022).
L’età del primo contatto
Il dato più inquietante riguarda però l’età del primo contatto con le sostanze. Se la Relazione del Parlamento conferma la crescita della percentuale di studenti che hanno assunto una droga prima dei 14 anni, il dato trova conferma nelle rilevazioni fornite dalla comunità di San Patrignano: l’uso e l’abuso di stupefacenti è ormai “normalizzato”, inteso dai più giovani come una moda.
“La prevenzione va fatta su quelle che sono le prime sostanze con cui si entra in contatto, se la prevenzione partisse dal primo gradino, la cannabis, poi l'avrei anche sui gradini successivi, sulle sostanze successive”. Queste le parole di Antonio Boschini, responsabile terapeutico della comunità di San Patrignano, intervistato da ADNKronos. “A mio parere la prevenzione dovrebbe iniziare a partire dagli ultimi due anni delle scuole medie, e i primi due o tre anni delle superiori e andrebbe affrontata con intelligenza, senza terrorismo e non semplicemente affermando che la droga fa male o che una sostanza è più o meno pericolosa di un'altra: così è una prevenzione ambigua".