Scuole superiori, sì del Comitato Tecnico Scientifico al ritorno in classe al 50%

Scuole superiori, sì del Comitato Tecnico Scientifico al ritorno in classe al 50%

Scuole superiori, sì del Comitato Tecnico Scientifico al ritorno in classe al 50%


Il Cts, sollecitato dal ministro della Salute Roberto Speranza, ha dato parere positivo al ritorno tra i banchi

Le scuole superiori possono tornare in presenza nella misura del 50% e fino al 75% come previsto dal Dpcm del 14 gennaio. È questo, secondo quanto si apprende, il parere degli esperti del Comitato tecnico scientifico che si sono riuniti d'urgenza questa mattina dopo la richiesta del governo di un'indicazione sul ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori.


Sì del Cts alle scuole superiori in presenza al 50%

Le scuole vanno riaperte secondo gli esperti. Se qualche governatore dovesse decidere diversamente, se ne assumerà la responsabilità, hanno sottolineato i componenti del Cts. Il Dpcm, lo ricordiamo, prevede la riapertura delle superiori nelle regioni gialle e arancioni, non in quelle rosse. Ma molto governatori non sono d’accordo.


Il caso Emilia Romagna, le perplessità di Bonaccini 

Confermato per domani, in Emilia-Romagna, il rientro a scuola per gli studenti delle superiori. Lo scrive, sulla sua pagina Facebook, il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini che non manca di esprimere perplessità sulla "situazione di incertezza" che aleggia sulla scuola, alla luce della parole del Comitato Tecnico Scientifico che, stamane, ha dato parere positivo sul ritorno in classe per gli studenti delle superiori. "Ho rispetto della scienza e ho rispetto delle sentenze, quindi, da domani anche i ragazzi delle scuole secondarie superiori dell'Emilia-Romagna torneranno in presenza almeno al 50%. Non ho alcuna intenzione di accrescere il caos” ha argomentato Bonaccini.


A Milano parla il Sindaco Giuseppe Sala  

"Sono sempre più convinto che sia il momento di andare verso una soluzione mista lezioni in presenza e dad. È da troppi mesi che gran parte delle aule delle scuole sono vuote". Lo ha scritto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in un post sulle sue pagine social dopo aver incontrato una delegazione di studenti del liceo Vittorio Veneto che hanno concluso questa mattina l'occupazione della loro scuola per protestare contro la didattica a distanza. "Ciò crea differenze sociali inaccettabili, penalizzando, per esempio, chi vive in case piccole o chi non ha pieno accesso alle tecnologie. Spero che la politica non faccia anche del tema scuola una triste contesa alla ricerca di voti" ha concluso Sala.


L'esperienza del Veneto che fa riflettere

Sono circa 200 le classi scolastiche di elementari e medie sottoposte a quarantena in Veneto per la positività di uno o più alunni. È l'effetto, 10 giorni dopo la ripresa dalle vacanze di Natale, dell'ordinanza della Regione che ha cambiato la gestione dei casi positivi a scuola, obbligando all'isolamento le intere classi in presenza anche di un solo contagio. Gli studenti costretti a casa sono circa 4.000. Con la procedura precedente, in caso di positività tutta la classe veniva sottoposta ai tamponi, e se gli alunni risultavano tutti negativi potevano riprendere le lezioni. La nuova ordinanza è stata spiegata dalla sanità regionale con la necessità di fermare il rischio focolai negli istituti. Ora gli studenti osservano 10 giorni di quarantena, e possono rientrare in classe dopo l'esito negativo del tampone. In Veneto la provincia di Padova è quella con il maggior numero di classi in quarantena, una settantina.



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