Se le città italiane possono avere un ruolo nella ricostruzione dell’Ucraina
19 marzo 2024, ore 22:36 , agg. alle 22:46
Dal vertice europeo delle regioni e della città parla a RTL 102.5 il sindaco di Firenze Dario Nardella
A oltre due anni dell’invasione russa dell’Ucraina il destino di Kiev (e della Russia, anche) è totalmente incerto. Sul fronte militare, la Russia di Vladimir Putin continua a occupare alcuni territori, senza però essersi nemmeno avvicinata agli obiettivi di quella che viene ancora definita “operazione militare speciale”. Da parte sua l’Ucraina, con fatica, resiste, ora con l’incognita delle scorte di armamenti disponibili. Sul fronte politico, Kiev conserva ancora il forte sostegno dell’Occidente. Due anni però sono tanti, e con il passare del tempo il rischio che quel sostegno si indebolisca esiste. In tutto ciò resta la distruzione del territorio ucraino, delle città, delle infrastrutture, della vita. Anche di questo i leader europei stanno discutendo, della distruzione e di quella che dovrà essere la ricostruzione, per cui ci sarà una conferenza internazionale a Berlino il prossimo giugno. Il tema è arrivato da tempo in seno al Consiglio europeo delle regioni e delle città, l’assemblea dei rappresentanti regionali e locali degli Stati membri che si interfaccia con gli organi politici e decisionali dell’Unione europea su quelle politiche, molte, che hanno incidenza su regioni e città. A moderare il panel dedicato è stato il sindaco di Firenze Dario Nardella, che per il Comitato è stato relatore di due pareri sulla ricostruzione e gli aiuti all’Ucraina.
Cinquanta miliardi per la ricostruzione
“Le città europee possono fare molto per le città ucraine, come già stiamo facendo. Quando ho incontrato il presidente Zelensky a Kiev nell’agosto 2022, tre mesi dopo l’invasione, chiesi al presidente perché volesse parlare già di ricostruzione con la guerra che infuriava. Lui mi rispose ‘perché dobbiamo mantenere la speranza’. Parlare di come finanziare la ricostruzione significa anche mantenere la speranza nel popolo ucraino”. Rispetto alle cifre in gioco, Nardella parla di cinquanta miliardi di euro, “una cifra rilevante”. Rispetto a possibili rischi di infiltrazioni criminali, il sindaco di Firenze prosegue: “Il processo del recovery Ukraine è un processo in divenire, noi siamo partiti e non torneremo indietro, ma è chiaro che la ricostruzione dovrà andare di pari passo con l’evoluzione politica e militare in Ucraina”.
Il ruolo italiano
Sul ruolo dell’Italia e delle nostre imprese nella ricostruzione, secondo Nardella “dobbiamo evitare di fare il solito errore di arrivare tra gli ultimi. Sia per motivi storici che politici che economici e geografici l’Italia può essere uno dei paesi guida del processo di ricostruzione. Le nostre imprese sono in grado di garantire eccellenza dal punto di vista edilizio, ingegneristico, architettonico, economico e sociale”. L’appello al governo italiano di Nardella è stato poi quello di organizzare al più presto una conferenza italo-ucraina per la ricostruzione, al pari di quella organizzata ancora in Italia lo scorso anno dove però, precisa Nardella, “non c’erano i governi locali e la partecipazione delle imprese era parziale”.