Secondo la Cgia quattro milioni di famiglie sono a rischio per il caro energia
26 marzo 2022, ore 12:02
I dati arrivano da un report dell'Osservatorio italiano sulla povertà energetica
Non è un tempo semplice, il nostro. Capita a volte a chi lamenta difficoltà nella vita di oggi di sentirsi ripreso da chi è pronto a ricordare che le sofferenze vere sono altre, quelle vissute decine di anni fa e che il tempo e la fortuna hanno trascinato nel dimenticatoio di un mondo sempre più ricco, prospero e in pace. Si potrebbe però dire che ciascuno ha i suoi, di problemi. Dall'inizio del 2020 il mondo ha conosciuto il Coronavirus, dalla fine del 2021 ha conosciuto il caro energia e carburanti e da febbraio 2022 ha conosciuto la guerra in Ucraina. Un mix di scenari critici che non ha risparmiato pressoché nessuno, colpendo maggiormente - neanche a dirlo - chi di difficoltà ne aveva già molte anche prima del 2020.
Povertà energetica
A proposito di famiglie in difficoltà, le condizioni di povertà di diversi nuclei italiani coinvolge ora quella che viene definita "povertà energetica". Secondo l'elaborazione dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre basati sui dati del rapporto dell'Osservatorio italiano sulla povertà energetica, si stima che in Italia ci siano quattro milioni di nuclei familiari in difficoltà. Una difficoltà che si traduce spesso nella mancanza di possibilità di pagare servizi energetici, dall'illuminazione al riscaldamento.
Nord-sud
Rispetto al territorio nazionale, i dati rilevano una situazione critica maggiormente nel Mezzogiorno: qui tra il 24% e il 36% delle famiglie conosce la povertà energetica. In Campania, ad esempio, la forchetta varia tra 519mila e 779mila nuclei in difficoltà; in Sicilia da poco più di 481mila a 722 mila e in Calabria da poco oltre le 191 mila fino a quasi 287mila unità. Povertà energetica anche in Puglia e Sardegna, dove dalle cento alle trecentomila famiglie hanno problemi a pagare le bollette. La situazione cambia man mano che si risale lo stivale: va meglio in Lazio, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e la Valle d'Aosta. Meno interessate dal fenomeno sono invece Lombardia, Veneto, Emila Romagna, Toscana e Trentino Alto Adige.