09 giugno 2023, ore 14:30 , agg. alle 14:58
In corso gli esami sul corpo della 29enne, la prossima settimana potrebbero tenersi i funerali. Sulla vicenda si è espressa anche la Premier, "le vite interrotte sono due"
È in corso l'autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza, uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. L’esame, guidato dal Professor Andrea Gentilomo, è iniziato intorno alle 8.30 nell'Istituto di Medicina Legale di Milano. Sono molti gli elementi che dovrà chiarire, tra cui l’orario e le modalità della morte. Attesi anche gli esami tossicologici.
ESAMI SULL'APPARTAMENTO E SUI DISPOSITIVI INFORMATICI
In giornata potrebbero arrivare, in via informale, i primi risultati parziali. Anche se lasciando l’Istituto, l’Avvocato della famiglia Tramontano Giovanni Cacciapuoti ha affermato che le operazioni dureranno sicuramente alcuni giorni. Risultati che potrebbero pesare sul capo di accusa nei confronti del fidanzato. "Nessuna ipotesi può essere ancora avanzata o formalizzata - ha detto - in una contestazione che poi deve condurre Impagnatiello in Corte d'Assise con il massimo delle aggravanti possibili". Oltre all’analisi sul corpo bisognerà aspettare anche l'esito degli accertamenti sull'appartamento in cui si è consumato il delitto e di quelli sui dispositivi informatici, in programma il 15 giugno. “La metà della prossima settimana speriamo di avere il corpo per poter provvedere ai funerali" ha dichiarato il legale, aggiungendo che “la famiglia è tramortita dal dolore".MELONI, "LE VITE INTERROTTE SONO DUE"
Sulla vicenda di Senago si è espressa anche la Premier Giorgia Meloni. "Mi ha lasciato senza fiato, ho chiamato la mamma di Giulia, da madre " ha dichiarato intervistata da Bruno Vespa a Manduria. "Spero che sulla personalità giuridica del nascituro la magistratura dia segnali chiari, le vite che sono state interrotte da questo signore sono due". La Presidente del Consiglio ha poi allargato lo sguardo sul fenomeno del femminicidio. "La violenza sulle donne continua ad essere un fenomeno che non si riesce a risolvere, nonostante i provvedimenti. Credo ci sia una questione culturale" ha detto, lanciando la proposta di invitare nelle scuole, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, i parenti delle vittime.
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