Sentenza discussa in Turchia, condannati per terrorismo ex responsabili di Amnesty International
Sentenza discussa in Turchia, condannati per terrorismo ex responsabili di Amnesty International
04 luglio 2020, ore 17:27
L’organizzazione non governativa punta il dito contro la magistratura di Istanbul, criminalizzano chi difende i diritti umani
Processo farsa in Turchia, condannati per terrorismo ex responsabili di Amnesty International
Un tribunale di Istanbul ha condannato in primo grado per "terrorismo" 4 attivisti per i diritti umani nel cosiddetto 'processo Buyukada', tra cui i due ex responsabili di Amnesty International nel Paese. Sei anni e tre mesi sono stati inflitti per "associazione terroristica" a Taner Kilic, già presidente dell'ong e 2 anni e un mese per "sostegno a un'organizzazione terroristica" a Idil Eser, ex direttrice di Amnesty e altri due attivisti. I restanti 7 imputati sono stati assolti.
Dure dichiarazioni di un esponente di Amnesty International presente all’udienza
Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia, presente all'udienza, ha rilasciato la seguente dichiarazione: ''Abbiamo assistito a una parodia della giustizia di proporzioni spettacolari. Questa sentenza non è un colpo durissimo solo per le persone coinvolte e per le loro famiglie, ma per tutti coloro che credono nella giustizia e nell'attivismo per i diritti umani in Turchia e nel mondo. Dopo 12 udienze, era emerso in tutta evidenza che ogni singolo elemento di accusa era privo di sostanza. Il verdetto del tribunale di Istanbul sfida ogni logica e rivela l'obiettivo iniziale inseguito per tre anni: ridurre al silenzio le voci indipendenti". Secondo Gardner, questa vicenda è stata la cartina di tornasole del sistema giudiziario turco. “È tragico constatare quanta parte abbia giocato e continui a giocare la giustizia turca nella criminalizzazione di chi difende i diritti umani. Continueremo a stare vicini ai nostri amici e colleghi nel loro appello contro questa vergognosa sentenza”, ha concluso Gardner.
In una nota l’organizzazione internazionale che lotta contro i diritti umani punta il dito contro Istanbul
Si è chiuso con una sentenza scandalosa oggi a Istanbul il processo a carico di 11 difensori dei diritti umani i cui arresti erano avvenuti tre anni fa. Ha scritto in una nota Amnesty international, ricordando che Taner Kilic, ex presidente e presidente onorario di Amnesty International Turchia, è stato giudicato colpevole di "appartenenza all'organizzazione terroristica Fethullah Gülen" e condannato a sei anni e tre mesi di carcere. İdil Eser, ex direttrice di Amnesty International Turchia, Ozlem Dalkıran e Gunal Kurşun sono stati giudicati colpevoli di "assistenza all'organizzazione terroristica Fethullah Gülen" e condannati a 25 mesi di carcere. Assolti gli altri sette difensori dei diritti umani a processo; Veli Acu, Nejat Taştan, Nalan Erkem, İlknur Ustun, Şeyhmus Ozbekli, Ali Gharavi e Peter Steudtner. Tutti e undici erano stati arrestati con una retata nel 2017 mentre stavano facendo una riunione nell'isola di Buyukada, al largo di Istanbul.
Contestate le accuse ai danni del presidente onorario di Amnesty International
Kilic rimase 14 mesi in cella prima di essere liberato solo su cauzione, dopo la retata di tre anni fa. Il presidente onorario di Amnesty in Turchia, è stato accusato dalla giustizia turca di appartenere al movimento del predicatore Fethullah Gulen, l'imam turco in autoesilio in Pennsylvania dal 1999, designato da Ankara come il cervello del fallito putsch dell'estate 2016. Il motivo principale al centro degli addebiti nei confronti di Kilic l'uso di ByLock, un'applicazione di comunicazione crittografata utilizzata dai sostenitori di Gulen. Tuttavia, un rapporto della polizia aveva stabilito che Kilic non aveva scaricato tale applicazione sul suo cellulare.