Sergio Leone, l’italiano che inventò l’America, il documentario presentato alla Mostra del cinema di Venezia arriva in sala
27 ottobre 2022, ore 08:00
Un racconto pieno di passione che ripercorre la carriera del grande Leone del cinema, attraverso aneddoti, testimonianze e curiosità di chi l’ha conosciuto
Cosa sarebbe oggi il cinema della contemporaneità se non ci fossero stati i film di Sergio Leone? E’ questa una delle domande che si pone il documentario di Francesco Zippel e che attraverso il titolo L’italiano che inventò l’America, ci permette di capire quanto l’opera leoniana abbia influenzato la produzione audiovisiva degli ultimi decenni, ma soprattutto di quanto sia riuscita a rivitalizzare il cinema americano.
Presentato fuori concorso all’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia, arriva finalmente nelle sale il documentario che attraverso le voci di registi come Martin Scorsese, Steven Spielberg, Carlo Verdone e Quentin Tarantino, riflette sulla filmografia di questo grande Leone del cinema.
IL RUGGITO DEL LEONE
Il sodalizio con Morricone, il rapporto con il Western che in parte ha contribuito a rivoluzionare e rivitalizzare e ovviamente la realizzazione del film della vita, quel C’era una volta in America che rappresenta la somma più alta della sua arte e del suo pensiero, oltre ad essere anche l’ultima pellicola che ha diretto. Di questo parla il film di Zippel, dipingendo anche il ritratto dell’uomo dietro alla macchina da presa, il rapporto con i figli e il suo carattere sornione, con lo sguardo preciso e quasi burbero ma con un cuore enorme. Il documentario non tralascia la figura paterna del regista, Roberto Roberti, al secolo Vincenzo Leone, anch’esso cineasta con alle spalle innumerevoli film diretti nell’epoca del muto nonché anche quello che potremmo definire un autentico proto western: La vampira indiana del 1913.
ZIPPEL RACCONTA LEONE
“Sergio Leone è legato a uno dei miei primi e più preziosi ricordi da spettatore”, ha rivelato il regista del documentario Francesco Zippel. “Facevo le elementari e un giorno mio padre mise nel videoregistratore la cassetta di Il buono, il brutto, il cattivo. Fu una folgorazione totale. Fu proprio in quel giorno che il cinema passò dall’essere uno svago di bambino ad una vera e propria passione per me. Quando Raffaella Leone mi ha proposto di raccontare suo padre in un documentario, ho avuto l’impressione che tutto stesse tornando al suo posto.” ha poi concluso.