Sessant'anni fa il disastro del Vajont. Mattarella: "Pesanti responsabilità umane" Photo Credit: agenziafotogramma.it
09 ottobre 2023, ore 12:19
agg. 09 novembre 2023, ore 10:48
Il 9 ottobre 1963 la tragedia del Vajont che costò la vita a circa 2000 persone. Il ricordo della politica, Giorgia Meloni: "Una ferita profonda nella nostra storia". Sergio Mattarella a Longarone: "La Repubblica non ha dimenticato"
“Vi scrivo da un paese che non esiste più”, scrisse l’inviato della Stampa Giampaolo Pansa nel suo reportage al confine tra Veneto e Friuli. Gli abitanti di Longarone e della valle del Piave ebbero quattro minuti per tentare di mettersi in salvo, mentre su di loro si abbatteva a una velocità di quasi 100 km orari un’onda di fango e pezzi di roccia alta 250 metri. Le vittime furono quasi duemila, in una conta che non è mai finita. Alberto Cavallari scrisse sul Corriere della Sera: “Non sono sepolti vivi. Sono sepolti morti. Un colonnello batte i piedi sulla ghiaia e dice nel buio: ‘Stiamo camminando sopra uno strato di almeno 1.500 morti, a dir poco’”.
PER NOI FU COME LA FINE DEL MONDO
Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 a Longarone la gente si era riunita nei bar del paese per assistere in tv alla partita di Coppa dei Campioni Real-Glasgow: all’improvviso venne meno la corrente elettrica e iniziò a tirare un vento forte. “Per noi fu come la fine del mondo. E un evento del genere non si può descrivere”, commenta Italo Filippin: già sindaco di Erto e Casso, aveva 19 anni quando la frana di 260 milioni di metri cubi di roccia si staccò dal monte Toc finendo nel bacino sottostante, per poi generare quell’onda che si abbattè sulla valle del Piave. La diga restò tragicamente intatta. Erto, Casso e Castelavazzo sono diventati paesi fantasma, Longarone è stata ricostruita a forza di cemento armato. Furono 1.910 le vittime, 487 sotto i 15 anni. 305 famiglie scomparvero completamente.