Sgarbi si dimette da sottosegretario alla cultura, l'Antitrust considera le sue attività "incompatibili con il ruolo del governo"
Sgarbi si dimette da sottosegretario alla cultura, l'Antitrust considera le sue attività "incompatibili con il ruolo del governo" Photo Credit: agenziafotogramma.it
03 febbraio 2024, ore 18:00
Dopo la "sentenza", Vittorio Sgarbi ha annunciato il ricorso al Tar
Il testo del provvedimento dell'Antitrust - anticipato dal Corriere.it - parla chiaro: "Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, ha esercitato attività professionali in veste di critico d'arte, in materie connesse con la carica di governo, a favore di soggetti pubblici e privati, in violazione della Legge Frattini sul conflitto di interesse”. Sostanzialmente si contesta a Sgarbi di aver giocato su due tavoli contemporaneamente: quello dell’amministrazione pubblica e quello suo, privato. Un comportamento vietato dalla legge. Immediata e dura è la reazione del critico d’arte, un attimo prima che la "sentenza" diventasse pubblica Sgarbi si è dimesso da sottosegretario, annunciando però una dura battaglia legale: "Farò ricorso al Tar - dice Sgarbi al Corriere - con questo provvedimento, l’Antitrust va contro l’articolo 21 della Costituzione: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, cioè quello che ho sempre fatto". La segnalazione all’Antitrust, lo ricordiamo, era partita lo scorso 25 ottobre dallo stesso ministro della cultura Sangiuliano, che aveva ricevuto via mail una segnalazione dettagliata con una lunga serie di presunti illeciti di Sgarbi e la compagna.
LE SOCIETA' CONTESTATE
L’Antitrust contesta a Sgarbi di aver violato la Legge Frattini, in quanto "Ars e Hestia (società gestite da Nino Ippolito, capo segreteria al ministero e da Sabrina Colle, compagna dell’ex segretario) sono risultate provvedere alle necessità economiche del prof. Sgarbi. Ciò è particolarmente evidente per Hestia la quale, come da espressa dichiarazione, provvede alle spese inerenti al domicilio romano di Sgarbi (canone di locazione, consumi, acquisti di alimentari, abbigliamento, ecc.)". "È emerso — si legge ancora nelle 60 pagine dell’Antitrust — che Ars funge da trait d’union tra il critico d’arte e possibili committenti, sottoponendo una sorta di elenco di proposte, con relativa quantificazione dei corrispettivi, all’interno del quale l’organizzatore può scegliere la performance che preferisce (intervento, lectio magistralis, spettacolo teatrale, ecc.), cui possono essere annessi degli extra, anch’essi a pagamento (partecipazioni del critico a presentazioni tv, permanenza successiva alla chiusura dell’evento con disponibilità a farsi fotografare dal pubblico)".