Sharia in Brunei, da oggi la lapidazione per gli omosessuali
Sharia in Brunei, da oggi la lapidazione per gli omosessuali
03 aprile 2019, ore 23:00
Shock e condanne da tutto il mondo. 'Si torna al Medioevo'
Lapidati. Da oggi in Brunei moriranno cosi' adulteri e omosessuali, anche se sono minori. Con l'attuazione del nuovo codice penale basato sulla Sharia, saranno condannati a morte pure stupratori, rapinatori, blasfemi e chi insulta Maometto. Per i ladri invece ci sara' il taglio della mano destra e, se ci riprovano, anche del piede sinistro. Le lesbiche avranno maggiore clemenza. Quaranta frustate e/o dieci anni di prigione. Nel piccolo regno del ricchissimo sultano Hassanal Bolkiah che vuole "vedere gli insegnamenti dell'Islam rafforzarsi in questo Paese", il Medioevo e' servito. E lo staterello entra a tutti gli effetti nel club di Arabia Saudita, Yemen, Iran, Sudan, Mauritania, dove reati e pene sono gli stessi. Il codice penale del Brunei "contiene una serie di disposizioni che violano i diritti umani", denuncia Rachel Chhoa-Howard, ricercatore del Brunei ad Amnesty International. Ma nessuno ha il coraggio di protestare in piazza perche' il pugno di ferro del padrone assoluto del 'Nagara Brunei Darussalam', la Dimora della Pace, puo' essere molto duro. E le parole di un gay che cerca la protezione dell'anonimato ricordano quelle di altri, in tempi e Paesi diversi, che hanno visto amici o parenti trasformarsi nei loro peggiori nemici. "Ti svegli - ha detto alla Bbc - e realizzi che i tuoi vicini, la tua famiglia o anche quella simpatica vecchietta che vende frittelle di gamberi lungo la strada non ti considera un essere umano o e' d'accordo con la lapidazione". Anche perche' la colpevolezza scatta, oltre che nei casi di confessione, quando gli imputati sono accusati da testimoni. Difficile difendersi da vendette personali, faide familiari e rese dei conti varie. Shock e condanna arrivano da tutto il mondo. Gli Usa si sono uniti a Gran Bretagna, Germania, Francia che hanno chiesto al Brunei di non percorrere la strada della Sharia. "Gli Stati Uniti si oppongono con forza alla violenza, alla criminalizzazione e alla discriminazione nei confronti dei gruppi vulnerabili, comprese le donne a rischio di violenza, le minoranze religiose ed etniche, lesbiche, gay, bisessuali, transgender", ha affermato in una nota il vice portavoce del Dipartimento di Stato Robert Palladino. Silenzio dai Paesi vicini del sud-est asiatico, in molti dei quali l'omosessualita' e' reato. Risuona invece la denuncia dei vip che chiamano al boicottaggio dei molti hotel di lusso sparsi per il pianeta di proprieta' del monarca. Ci sono George Clooney, Elton John e la popolarissima star americana dei talk show Ellen DeGeneres a chiedere di non frequentare piu' il Bel-Air di Los Angeles o il Coworth Park di Ascot, il parigino Plaza Athe'ne'e e, in Italia, l'Eden di Roma e il Principe di Savoia di Milano. Di impatto minore, per le tasche di Hassanal Bolkiah, il probabile ritiro della sua laurea ad honorem da parte del gotha accademico dell'Universita' scozzese di Aberdeen. Ma il sultano, che con i suoi 20 miliardi di dollari di patrimonio personale e' uno degli uomini piu' ricchi del mondo, va avanti per la sua strada.