Simposio sui sacerdoti: Papa Francesco, i preti che si chiudono diventano scapoloni
17 febbraio 2022, ore 13:00 , agg. alle 15:51
Il Pontefice nel suo intervento, in Vaticano, ha parlato anche di invidia, di forme clericali di bullismo e di maschere che non devono essere più indossate
In questo tempo scandali sessuali nella Chiesa, il Vaticano si ferma a riflettere sul sacerdozio con un simposio. Ad aprire i lavori, nell'Aula Paolo VI, è stato Papa Francesco. "Come Chiesa troppo spesso, e anche oggi, abbiamo dato dell'obbedienza un'interpretazione lontana dal sentire del Vangelo. L'obbedienza non è un attributo disciplinare ma la caratteristica più profonda dei legami che ci uniscono in comunione. Obbedire significa imparare ad ascoltare e ricordarsi che nessuno può dirsi detentore della volontà di Dio". Così Bergoglio all'avvio del simposio internazionale "Per una teologia fondamentale del sacerdozio".
Bergoglio, no alla figura dello scapolone
“L’ atteggiamento di ascolto permette di maturare l'idea che nessuno è il principio e il fondamento della vita, ma ognuno deve necessariamente confrontarsi con gli altri. Questa logica delle vicinanze consente di rompere ogni tentazione di chiusura, di autogiustificazione e di fare una vita 'da scapolo', o da 'scapolone'. Quando i preti si chiudono diventano 'scapoloni, con tutte le manie degli 'scapoloni', e non è bello”. Così il Pontefice ribadendo l’importanza della vicinanza dei sacerdoti con il vescovo, definito come un padre. La ricetta del Santo Padre per evitare l’isolamento: fare appello ad altre istanze per trovare la via che conduce alla verità e alla vita.
Tra sarcedoti invidia e bullismo
“Per tendere alla fraternità, occorre innanzitutto imparare la pazienza, che è la capacità di sentirci responsabili degli altri, di portare i loro pesi, di patire in un certo senso con loro. Il contrario della pazienza è l'indifferenza, la distanza che costruiamo con gli altri per non sentirci coinvolti nella loro vita", ha detto il Santo Padre. Riferendosi al dramma della solitudine, Papa Francesco ha aggiunto: “Ci si sente non degni di pazienza, di considerazione. Anzi, sembra che dall'altro venga il giudizio, non il bene. L'altro è incapace di gioire del bene che ci capita nella vita. Questa incapacità è l'invidia, che tanto tormenta i nostri ambienti e che è una fatica nella pedagogia dell'amore, non semplicemente un peccato da confessare".
Niente maschere per essere veri
"Per sentirci parte della comunità, dell''essere noi, non c'e' bisogno di indossare maschere che offrono di noi solo un'immagine vincente. Non abbiamo cioe' bisogno di vantarci, ne' tanto meno di gonfiarci o, peggio ancora, di assumere atteggiamenti violenti, mancando di rispetto a chi ci è accanto". Queste le dichiarazioni di Papa Francesco. "Ci sono forme clericali di bullismo", ha aggiunto il Pontefice, nel suo intrevento al simposio.