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Soffri di ansia? Ecco tutti i cibi da evitare suggeriti dal nutrizionista Fabio Olivieri

Soffri di ansia?  Ecco tutti i cibi da evitare suggeriti dal nutrizionista Fabio Olivieri

Soffri di ansia? Ecco tutti i cibi da evitare suggeriti dal nutrizionista Fabio Olivieri


In un'intervista a RTL 102.5 il dottore, esperto in PNEI, ha spiegato il legame tra l'alimentazione e il disturbo che affligge milioni di italiani

Per comprendere il rapporto tra ansia e alimentazione è importante considerare due aspetti tra loro collegati: la prevalenza dei disturbi d’ansia tra le persone con disordini alimentari e la prevalenza dei disturbi alimentari tra i soggetti con sintomatologia ansiosa. L’ansia si manifesta con uno stato di apprensione o nervosismo spesso associato a sintomi fisici e cognitivi che coinvolgono poi il comportamento. Quando l’ansia è persistente e interferisce con la quotidianità dell’individuo, può diventare patologica. L’ansia può essere di per sé un problema di salute emotiva ma è anche fortemente collegata al rapporto che si ha con l’alimentazione. L’ansia, infatti, è stata oggetto di studio per i suoi legami con una vasta tipologia di disturbi alimentari, in primis l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. Ansia e alimentazione, argomento di grande attualità, è il tema al centro dell’intervista rilasciata a Rtl 102.5 dal dottor Fabio Olivieri, Biologo Nutrizionista, Master II livello in Psiconeuroendocrinoimmunologia e Scienza della Cura Integrata.


Dottor Fabio Olivieri,  lei è un nutrizionista esperto in Pnei,  ci può spiegare  prima di tutto di cosa si tratta e di come tale discliplina  si interseca con la nutrizione?

"È l’acronimo di PsicoNeuroEndocrinoImmunologia ed è una disciplina che mette in evidenza le correlazioni tra la psiche, le emozioni, i disturbi e gli equilibri tra il sistema nervoso, immunitario ed endocrino. Negli alimenti possono essere presenti diversi nutrienti che sono in grado di modulare varie molecole che impattano su questi sistemi. Modificando l'alimentazione  si possono correggere eventuali squilibri".


Cosa dovrebbe mangiare chi soffre di ansia?

"Considerando l’intimo rapporto tra intestino e cervello, tutti i cibi che promuovono lo sviluppo di una corretta flora intestinale sono ottimali per gestire molte circostanze in cui i neurotrasmettitori determinano condizioni di squilibrio emotivo, tra cui l’ansia e la depressione. Gli alimenti fermentati, i carboidrati complessi, le proteine nobili, favoriscono la crescita dei batteri cosiddetti 'buoni', che produrranno moltissime sostanze utili all’organismo. Viceversa, esistono cibi detti 'Junk Food' che demoliscono gli equilibri della flora intestinale e il rapporto privilegiato che l’apparato digerente ha con il cervello. Tra questi figurano senz’altro gli zuccheri raffinati e i grassi saturi".


Conta anche la modalità di assunzione dei pasti?

"Senza dubbio. Mangiare è un’azione che coinvolge tutto l’organismo, non solo la bocca e la masticazione. Alimentarsi richiede tempo e soprattutto richiede tranquillità, poiché nei fenomeni di masticazione e digestione intervengono numerosi fattori neuroendocrini che devono assistere l’apparato gastrointestinale per far sì che ogni fase sia corretta, dalla produzione di saliva a quella dei succhi gastrici, fino a coordinare la produzione di bile e enzimi pancreatici nonché la motilità intestinale".


Dottor Olivieri quali sono le malattie psicosomatiche che si posono curare con il cibo?

"Parlare di 'cura' potrebbe sembrare improprio ma come diceva Ippocrate 'fa' che il cibo sia la tua medicina e fa’ che la medicina sia il tuo cibo'. La dieta è uno stile di vita e in quanto tale dovrebbe essere adottato per prevenire moltissime condizioni patologiche e gestirne altrettante che possono essere già in atto, tra queste la sindrome del colon irritabile, alcune forme di ipertensione, alcuni disturbi del sonno fino a dare un buon contributo nei soggetti affetti da fibromialgia".


Quali alimenti consiglia per le principali problematiche di cui ci ha parlato?

"Come detto, la scelta dei carboidrati complessi a scapito di quelli raffinati può agevolrare il metabolismo, soprattutto in corso di sindrome metabolica, prediabete e altri dismetabolismi, le proteine animali e vegetali non dovrebbero mai mancare, così come il pesce e gli acidi grassi insaturi".


 Ci puo' spiegare, dott. Fabio Olivieri,  perché  il cibo influenza la psiche?

"Negli alimenti sono presenti numerosissime sostanze che possono favorire il rilascio o la sintesi di molti neurotrasmettitori; si pensi al triptofano, un aminoacido necessario per la sintesi della melatonina e della serotonina, oppure la vitamina B12, presente solo negli alimenti di origine animale, necessaria per la produzione dei globuli rossi e quindi per trasportare ossigeno, anche e soprattutto al cervello. Un deficit di questa vitamina porta a sentirsi stanchi, svogliati, privi di energia fisica e mentale.


Le malattie psicosomatiche possono sfociare in vere e proprie patologie a livello fisico?

"Certamente, le malattie psicosomatiche nascono generalmente da condizioni emotive per 'trasferirsi' su uno o più organi del nostro corpo, esattamente come quando l’ansia o lo stress ci fa digerire male o ci provoca stipsi o diarrea, ma anche prurito, eczemi e tachicardie. C’è da dire che anche le patologie d’organo possono riflettersi sulla psiche, in questo caso parliamo di malattie somatopsichiche, cioè una malattia ci condiziona gli aspetti cognitivi, affettivi e l’apprendimento".


Il cibo può influenzare uno stato di apatia?

"La mancanza di alcune vitamine e minerali, come il ferro, il magnesio e le vitamine del gruppo B, può contribuire all'apatia e alla stanchezza. Anche consumare troppi zuccheri raffinati e carboidrati semplici può causare picchi e cali di zucchero nel sangue, portando a sbalzi d’umore. Infine, alcuni alimenti possono favorire l'infiammazione nel corpo, che è stata collegata a depressione e apatia".


Tra i suoi titoli accademici vi è una Laurea in Medicina Veterinaria, gli animali posso avere un ruolo positivo sulle persone che soffrono di disturbi psicosomatici?

"Certamente! Sono numerosi gli studi clinici che dimostrano ampiamente quanto l'assistenza di un cane o gatto (ma anche di altre specie animali) su ansia, depressione e fin anche l'insonnia, possa avere un impatto molto positivo. Gli animali riescono a trasmettere emozioni che sono in grado di mitigare questi disturbi. Vanno fatte delle distinzioni tra 'Attività Assistite con Animali', 'Terapie Assistite con Animali' e 'Attività di Educazione Assistite con gli Animali'. Sono forme di interazione 'uomo-animale' diverse e possono giovare moltissimo alla salute se utilizzate con l'ausilio di personale qualificato."


Lei dott Olivieri conosce anche l’omeopatia, ci sono dei rimedi naturali che possono attenuare l'ansia?

"Mi sono occupato a lungo di Medicine Complementari, sicuramente determinati rimedi omeopatici hanno corretto moltissime patologie su base ansiogena. I medicinali omeopatici possono essere prescritti solo da medici esperti e senza dubbio si possono ottenere riscontri positivi anche nell'ambito umano, sebbene la ricerca clinica in questo ambito deve ancora chiarire molti aspetti. Una cosa è certa, molti fitoestratti sono ampiamente utilizzati per il controllo di stati d'ansia o di depressione leggera."


La musica può alleviare l'ansia?

"La ricerca clinica nell'ambito della cosiddetta 'musicoterapia' ha messo in evidenza con una recente meta-analisi che un determinato tipo di musica riduce non solo l'ansia ma persino il dolore cronico. Da musicista sono assolutamente certo che determinati tipi di suono, di melodia e il giusto volume, possono indurre l'organismo a rilasciare molecole che regolano gli stati di ansia, di tensione muscolare e anche il dolore. È una cosa che ho verificato in diverse occasioni, confortato sempre da quanto la Scienza mette a disposizione tramite le verifiche sperimentali".


Tornando all'alimentazione, ci può illustrare i rischi legati alle diete 'fai da te'?

"I rischi sono diversi e possono essere anche piuttosto gravi; si va da carenze nutrizionali a eccessi di altre sostanze con gravi ripercussioni su uno o più organi. Si pensi ad esempio alle diete iperproteiche, se non si bilancia il carico proteico con altri nutrienti, il rischio di danni renali o epatici o articolari è davvero elevato. Anche i digiuni non controllati possono portare a carenze significative di nutrienti, pertanto è sempre necessario rivolgersi ad un dietologo o un nutrizionista, figure in grado di valutare i reali fabbisogni del paziente e fornire la dieta più adatta alle sue esigenze".


Per concludere, dottor Fabio Olivieri, un consiglio per migliorare l'alimentazione dei ragazzi.

"Bisogna dedicare tempo all’alimentazione, tra le cose più deleterie vi è il mangiare di fretta, in piedi, o mentre si studia o si lavora. In queste circostanze il nostro organismo viene 'distratto' e non orienta le proprie funzioni alla corretta digestione né tantomeno ad una corretta distribuzione dei nutrienti nell’organismo. Andrebbero evitati tutti i cibi sofisticati, raffinati e zuccherati. Prima si evitano certe cattive abitudini e più si allontanano rischi di malattie metaboliche o di altra natura".



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