Sono passati 22 anni dall'attacco alle Torri Gemelle, ricordo di quell'11 settembre vissuto in diretta su RTL 102.5
Sono passati 22 anni dall'attacco alle Torri Gemelle, ricordo di quell'11 settembre vissuto in diretta su RTL 102.5 Photo Credit: agenziafotogramma.it
11 settembre 2023, ore 08:00
Quattro aerei dirottati e usati come proiettili: due colpirono le Torri Gemelle a New York, uno si schiantò contro il Pentagono a Washington, uno precipitò in Pennsylvania. Ci furono 3000 morti. Da quel giorno il mondo è cambiato
UN RICORDO NELLA MEMORIA DI TUTTI
A chiunque chiediate dove fosse e cosa stesse facendo alle tre di pomeriggio di martedì 11 settembre 2001, vi arriverà una risposta netta e sicura. Impossibile non ricordare con precisione il momento in cui il mondo è cambiato e tutte le certezze sono cadute. Io ero in onda, su RTL 102.5: in turno per occuparmi dei notiziari, conducevo l’edizione delle 15.00. Poco prima di andare in studio, in redazione era arrivata la notizia di un non meglio precisato incidente aereo a New York: un velivolo aveva urtato una delle due Torri Gemelle. Stampai un paio di lanci di agenzia e chiesi di sintonizzare la televisione della postazione sulla rete all news CNN, che stava diffondendo le prime immagini da Manhattan.
STUPORE DAVANTI A UN MICROFONO
Poco dopo l’inizio del notiziario, mentre davo le prime notizie, vidi nel monitor un aereo che colpiva uno dei due altissimi grattacieli del World Trade Center. Per un attimo pensai: “Ecco, hanno trovato l’immagine dell’incidente di cui stiamo parlando”; poi però guardai meglio, notai che in realtà una torre stava già bruciando e fumando prima dello schianto ripreso dalle telecamere. “E’ un secondo aereo! Non può essere un incidente! L’America è sotto attacco!”. Intuimmo subito la gravità di quanto stava accadendo e decidemmo immediatamente di stravolgere il palinsesto e di trasmettere uno speciale, che sarebbe durato per 48 ore consecutive. Già lavorava con noi Jennifer Pressman, i suoi genitori vivono a New York. Mandammo in onda la testimonianza della madre, che dal balcone di casa con le lacrime agli occhi guardava le Torri in fiamme. Ci diede la sua prima preziosa testimonianza anche Gianni Riso, che in quei giorni era proprio a New York.
"UNA TORRE STA CROLLANDO"
Con il passare dei minuti, la situazione si faceva sempre più drammatica. Vedevo e raccontavo fiumane di impiegati che si allontanavano terrorizzati da Lower Manhattan, mentre in zona arrivavano Vigili del Fuoco e ambulanze. Lo zoom di una telecamera ci avvicinò ai piani alti delle Torre Gemelle, si distinguevano persone bloccate, che chiedevano aiuto agitando le mani: erano affacciate alle finestre dei loro uffici assediati dal fuoco, non avevano una via di fuga, non avevano possibilità di salvezza. A un certo punto, hanno iniziato a gettarsi nel vuoto: prima uno, poi un altro, poi a decine. Poi a un certo punto dovetti pronunciare queste semplici, ma drammatiche parole, che mi rimbalzano ancora in testa: “Attenzione, una torre sta crollando, il grattacielo si sta letteralmente sbriciolando! Una massa di cemento ferro e vetro si sta abbattendo al suolo, lì sotto ci sono ancora centinaia di persone! Una nuvola di fumo sta invadendo le strade circostanti”. Poco dopo andò in scena la replica, quando dopo la Torre Sud si disintegrò anche la Torre Nord. Ma non era finita.
COSA DEVE SUCCEDERE ANCORA?
A metà pomeriggio, arrivò la notizia di un terzo aereo che si era schiantato sul muro esterno del Pentagono, a Washington. Un altro velivolo invece risultava disperso, era il Boeing 757 che sarebbe poi precipitato in una campagna della Pennsylvania, grazie all’azione eroica dei passeggeri, che evitarono altre vittime a terra. Il presidente degli Stati Uniti George Walker Bush era in Florida al momento degli attacchi. Ricordo le immagini dell’Air Force One che decolla. Ma per diverse ore l’aereo presidenziale venne tenuto in volo in una zona segreta, per evitargli rischi. Insomma, non sapevamo che fine avesse fatto il Capo della Casa Bianca. La confusione e la paura regnavano sovrane: circolavano voci, non confermate e non smentite, di altri aerei dirottati. Era il panico. E lo abbiamo vissuto in diretta. E’ stata la radiocronaca più importante e più brutta della mia vita.