Sospesa la potestà genitoriale alla coppia che vuole sangue no-vax
10 febbraio 2022, ore 13:05
Prima il giudice tutelare di Modena ha accolto le ragioni dell’Ospedale Sant’Orsola sulla sicurezza del sangue. Oggi il Tribunale dei minori di Bologna ha adottato il nuovo provvedimento
Il bambino protagonista della vicenda è in attesa di un intervento chirurgico urgente, operazione congelata dopo che la famiglia aveva chiesto ai medici, per motivi religiosi, di utilizzare per le trasfusioni solo sangue donato da non vaccinati. Oggi i genitori hanno perso la patria potestà, una sospensione provvisoria decisa dal Tribunale dei minori di Bologna. A quanto si apprende, è stato nominato tutore il servizio sociale competente per territorio. Nei giorni scorsi il giudice tutelare di Modena aveva accolto le ragioni del policlinico Sant'Orsola sulla necessità dell'intervento e sulla sicurezza del sangue e nominato la direttrice del policlinico bolognese, Giulia Gibertoni, curatrice speciale.
LA VICENDA
La vicenda è iniziata qualche settimana fa, quando la famiglia originaria del Modenese ha informato i medici bolognesi che per il loro bambino non sarebbe stato accettato in nessun caso sangue da donatori immunizzati e che pretendeva che fosse prelevato solo da persone non vaccinate. Una richiesta rilanciata anche con un tam tam in chat di ambienti no-vax per reperire “volontari” non immunizzati pronti a donare il proprio sangue. L’ospedale, in accordo col centro trasfusionale, si era opposto alla richiesta perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi. Proprio per garantire sicurezza a chi riceve il sangue.
IL PRIMO RICORSO RESPINTO DAL GIUDICE DI MODENA
Il bambino sarà operato, nonostante il veto posto dalla famiglia che pretendeva in caso di trasfusione per il figlio fosse utilizzato solo sangue di persone non vaccinate contro il Covid. E’ quanto il giudice tutelare di Modena ha deciso due giorni fa in seguito al ricorso - che è stato accolto - presentato dall'ospedale Sant'Orsola di Bologna, che si era opposto alla decisione. "Il piccolo cardiopatico ha necessità di essere operato e potrebbero rendersi necessarie trasfusioni di sangue. Il giudice, con la decisione, ha ritenuto che ci siano le condizioni di assoluta sicurezza nel sangue fornito dall’ospedale”.