Spazio, il razzo New Glenn di Jeff Bezos raggiunge l’orbita al primo tentativo
Spazio, il razzo New Glenn di Jeff Bezos raggiunge l’orbita al primo tentativo Photo Credit: agenziafotogramma.it
16 gennaio 2025, ore 12:00
E su X arrivano i complimenti del “competitor” Elon Musk
Nell’ultimo periodo, il binomio “ricchi imprenditori-corsa allo spazio” sta assumendo sempre maggiore rilevanza. Nel nostro Paese l’ipotesi di affidare alla fitta rete di satelliti SpaceX di Elon Musk alcune comunicazioni governative ha riportato in auge il tema, facendoci prendere coscienza della potenza del sistema creato dal tycoon. Il patron di X, però, non è il solo che si è attivato in questi anni per mettere le mani sull’orbita terrestre. Se a lui va il primato, altri paperoni del pianeta si stanno attrezzando, soprattutto sul fronte del turismo spaziale e del lancio di razzi utili per trasportare carichi commerciali. E a fare un gigantesco passo in avanti, proprio oggi, è stato Jeff Bezos, proprietario di Amazon, dell’azienda Blue Origin e terzo uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di 236 miliardi di dollari.
L’operazione
Questa mattina si è svolto il primo test in volo del razzo New Glenn, realizzato dalla Blue Origin. Un lancio fondamentale per ottenere la certificazione da parte della First National Security Space Launch e avere ufficialmente il via libera per future missioni commerciali. L’operazione era prevista per le 7:00 italiane, ma il tutto è avvenuto con oltre un’ora di ritardo: per ben due volte, infatti, il fatidico conto alla rovescia è stato inaspettatamente interrotto. Teatro di questa sperimentazione, la celeberrima Space Force Station di Cape Canaveral, che ha ospitato il razzo progettato dall’azienda di Bezos: uno shuttle alto 98 metri e con un diametro di sette.
Il lancio
La sperimentazione più innovativa (comune al lancio curato da Blue Origin e dai precedenti inaugurati da Space X) riguarda i due moduli che compongono il razzo: entrambi, infatti, sono stati ideati con lo scopo di essere riutilizzati.
Nell’ambito del test, la separazione dei due stadi è avvenuta correttamente. Il secondo ha proseguito la sua corsa verso l’orbita, superando l’attrito dell’atmosfera; il primo, invece, è rientrato seguendo una traiettoria che gli scienziati non hanno potuto controllare fino in fondo: il modulo, infatti, non è riuscito ad atterrare sulla piattaforma Jacklyn, allestita nell’oceano Atlantico (e chiamata come la madre di Bezos).
"Il nostro obiettivo principale oggi è raggiungere l'orbita in sicurezza. Tutto ciò che va oltre è la ciliegina sulla torta. Sappiamo che far atterrare il booster al nostro primo tentativo al largo dell'Atlantico è ambizioso, ma ci stiamo provando. Non importa che cosa accadrà, impareremo, perfezioneremo e applicheremo quella conoscenza al nostro prossimo lancio", aveva dichiarato in un post su X Blue Origin. Missione, dunque, riuscita.
Oltre a conseguire la certificazione, lo scopo del lancio era portare in orbita la piattaforma Blue Ring, progettata per trasportare più satelliti fino a un carico di tre tonnellate, e per rilasciarli su orbite diverse
Il successo dell’operazione è arrivato anche alle orecchie del competitor Elon Musk. Il patron di SpaceX si è congratulato con un post su X in cui ha fatto i complimenti a Bezos per aver "raggiunto l'orbita al primo tentativo".