Spostamenti tra regioni al via dal 3 di giugno, ma i governatori sono divisi, Zaia, "bel segnale"
30 maggio 2020, ore 22:00
"Davvero non si comprende quali siano le ragioni che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata" ha commentato il presidente della regione Campania De Luca
4 maggio, 18 maggio, 3 giugno. Il 2020 ha avuto non poche date che saranno ricordate a lungo, molte delle quali inevitabilmente legate alla pandemia da coronavirus. Le abbiamo aspettate, ciascuna per un diverso motivo, perché ognuna di esse ha rappresentato un punto di ripartenza per qualcuno. Prima per gli affetti, poi per le attività, ora per le regioni. Dopo quasi cento giorni saranno nuovamente consentiti gli spostamenti tra diverse regioni d'Italia. Lo ha deciso la cabina di regia del governo, in attesa dell'ufficialità di Palazzo Chigi. Gradualmente il Paese sta riprendendo i suoi ordinari ritmi, ma è un processo necessariamente cauto e graduale. "Il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostamenti infraregionali. Al momento non ci sono ragioni per rivedere la programmata riapertura degli spostamenti". Queste le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, che ci tiene però a ribadire che il governo continuerà a "monitorare ancora nelle prossime ore l'andamento della curva epidemiologica". Per cui si riparte, ma con attenzione.
Si ricongiungono gli affetti
#IoRestoACasa è stato uno degli hashtag che ha più spopolato in rete nelle ultime settimane. Una campagna di sensibilizzazione lanciata dal governo italiano e ripresa da personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. Tutti uniti per ribadire l'importanza della limitazione degli spostamenti e dei contatti per evitare la diffusione del contagio, insieme all'invito a rispettare le direttive emanate dalle autorità. Con il primo DPCM però in molti si sono ritrovati bloccati in città o regioni diverse da quelle di residenza, incontrando non poche difficoltà nel tornare nelle proprie case e dai propri affetti. Non è difficile quindi capire come il prossimo 3 di giugno sia una data attesa da molti italiani, che potranno finalmente tornare a incontrare parenti e affetti.
De Luca: "Irragionevole riapertura generalizzata"
Negli scorsi giorni si sono rincorse le polemiche generate dalle dichiarazioni di più di un amministratore, dal passaporto sanitario del presidente della regione Sardegna Solinas alle parole del primo cittadino di Milano Sala sulle vacanze al sud. Ora è la notizia della riapertura delle regioni a non essere accolta con favore da tutti i governatori. In prima fila il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca: "Davvero non si comprende quali siano le ragioni di merito che possono motivare un provvedimento di apertura generalizzata e la non limitazione della mobilità nemmeno per le province ancora interessate pesantemente dal contagio". Queste le sue parole, annunciando che verranno adottate, "senza isterie e in modo responsabile, insieme ai protocolli di sicurezza già vigenti, controlli e test rapidi con accresciuta attenzione per prevenire per quanto possibile, il sorgere nella nostra regione di nuovi focolai epidemici".
Riaprire tutti insieme, secondo Zaia, "è un bel segnale"
Di tutt'altro parere è il presidente della regione Veneto Luca Zaia, secondo cui "riaprire tutti insieme è un bel segnale". Pareri contrastanti quindi dalle regioni, con cui il governo avrà un dialogo costante, tramite il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, nel monitorare l'andamento dei contagi nelle prossime settimane e valutare le prossime mosse da mettere in atto, non escludendo, come già affermato più volte, una nuova stretta in caso ulteriori focolai dovessero insorgere.