Spotify taglia il 17% del personale, il Ceo dell'azienda: decisione "incredibilmente dolorosa"
04 dicembre 2023, ore 12:00
Il colosso della musica in streaming ha annunciato il licenziamento di circa 1.500 dipendenti. Il Ceo dell'azienda svedese: "Azione per ridimensionare i costi la migliore per raggiungere i nostri obiettivi"
Spotify ha annunciato il licenziamento del 17% dei suoi dipendenti, circa 1.500 lavoratori. È la terza volta nel 2023 che il colosso della musica in streaming si trova costretto a ridurre il suo personale: è accaduto prima a inizio anno e poi di nuovo a giugno. “Ho deciso che un’azione sostanziale per ridimensionare i nostri costi fosse l’opzione migliore per raggiungere i nostri obiettivi” anche se si tratta di un taglio “incredibilmente doloroso per il nostro team”, ha dichiarato il Ceo e cofondatore dell’azienda Daniel Ek.
SPOTIFY LASCIA A CASA 1.500 DIPENDENTI
La decisione di Spotify segue il trend che ha coinvolto Big Tech come Meta, Amazon, Google e Microsoft: dopo la grande crescita del settore tecnologico nei mesi della pandemia, dovuto alle restrizioni del 2020 e del 2021, la curva si è invertita rendendo gli investimenti iniziali non più sostenibili. Il taglio più clamoroso era stato operato da Meta, che dopo i 10.000 dipendenti lasciati a casa nel 2022, a inizio anno aveva annunciato di dover ripetere l’operazione coinvolgendo 11.000 lavoratori. Elon Musk non era stato da meno, trasformando Twitter in un’azienda da 1.500 occupati a dispetto degli 8.000 al momento dell’acquisto del social da parte del patron di Tesla.
A GENNAIO IL PRIMO TAGLIO DEL PERSONALE
Non è la prima volta che Spotify corre ai ripari per arginare perdite più ampie dei guadagni, nonostante gli ultimi dati trimestrali abbiano segnato una crescita dei ricavi superiore alle attese. A gennaio, quando il personale era stato ridotto del 6% - 600 persone su 9.800 dipendenti –, l’amministratore delegato dell’azienda svedese aveva dichiarato: “Nel tentativo di generare più efficienza, controllo dei costi e accelerare i processi decisionali, ho deciso di ristrutturare la nostra organizzazione. Sono stato troppo ambizioso ad investire oltre la nostra crescita dei ricavi”. A gravare sulle casse del nome di punta nel panorama dello streaming musicale alla crisi economica si è aggiunta la svolta prodotta dall’introduzione dell’intelligenza artificiale, che sta costringendo soprattutto il mercato musicale a scrivere nuove regole.