Stati Uniti, allarme sicurezza in vista dell'Inauguration Day, rischio di attentati contro Biden, Harris e Pelosi

Stati Uniti, allarme sicurezza in vista dell'Inauguration Day, rischio di attentati contro Biden, Harris e Pelosi

Stati Uniti, allarme sicurezza in vista dell'Inauguration Day, rischio di attentati contro Biden, Harris e Pelosi


L'Fbi teme nuove azioni violente tra il 16 e il 20 gennaio a Washington e in altre città americane, il presidente Biden però non rinuncia al giuramento all'aperto, cancellati 70 mila account riconducibili a al movimento dell'ultra destra QAnon. Contro i violenti in campo anche Airbnb e Paypal. Presentata alla Camera la richiesta di Impeachment per Donald Trump per l'assalto al Congresso

Con l’avvicinarsi dell’Inaguration Day crescono timori di nuove violenze a Washington dopo l’assalto al Congresso da parte dei supporter di Donald Trump. L’Fbi ha lanciato l’allarme per possibili attentati al futuro presidente, Joe Biden, la vice presidente Kamala Harris e la speaker della Camera, Nancy Pelosi. Secondo quanto riporta la Cnn, il Bureau valuta come possibili nuove proteste, anche armate, nella capitale americana e negli altri Stati tra il 16 e il 20 gennaio, giorno del giuramento. Anche per questo, il presidente in carica, Donald Trump, nelle scorse ore ha approvato la dichiarazione di emergenza chiesta dal sindaco di Washington, Muriel Bowser. Secondo una nota della Casa Bianca sarà in vigore fino al 24 gennaio. Dal canto suo, il neo presidente Joe Biden ha fatto sapere di non aver paura di giurare all’aperto. Come da tradizione la cerimonia dovrebbe svolgersi sul fronte occidentale di Capitol Hill in un punto in cui difficilmente può essere garantita la sicurezza. Anche per questo alcuni ex dirigenti dell’Fbi continuano a consigliare di spostare tutto all’interno del Parlamento.



Le minacce corrono sui social

Sono numerosi i segnali che arrivano dai social di possibili nuove proteste anche violente in vista del giuramento di Joe Biden. Nelle ultime ore Twitter ha fatto sapere di avere sospeso 70 mila account legati ai cospirazionisti di QAnon, in molti casi gestiti da una sola persona. “Questi account – si legge in una nota del social - condividono contenuti pericolosi, associati a QAnon. Erano essenzialmente consacrati alla propagazione di teorie sul complotto”. Tra le ipotesi farneticanti diffuse anche quella secondo cui Donald Trump sarebbe alla testa di una battaglia contro una rete internazionale di pedofili che sarebbe guidata da Hillary Clinton e Barack Obama. Dopo le prese di posizione di Facebook, anche altri colossi del Web hanno deciso di marcare le distanze dalla destra americana dopo i fatti di Capitol Hill. In particolare Airbnb ha annunciato con una nota ufficiale di aver cancellato le prenotazioni a Washington di violenti, terroristi e facinorosi in vista della cerimonia di insediamento del prossimo 20 gennaio. “Airbnb condanna fermamente l'attacco della scorsa settimana al Campidoglio degli Stati Uniti e gli sforzi per minare il nostro processo democratico - scrive la società - Continueremo a sostenere le nostre politiche comunitarie vietandola ai gruppi di odio e violenza quando veniamo a conoscenza di tali appartenenze”. Sulla stessa linea Paypal che ha deciso di bloccare la raccolta fondi del sito GiveSendGo, a favore delle persone che hanno partecipato all’attacco al Campidoglio. Il gigante dei pagamenti digitali, secondo quanto affermato dalla Reuters, ha altresì chiuso il conto di Ali Alexander, considerato uno degli organizzatori del raduno dello scorso 6 gennaio.


Donald Trump verso l’impeachment

È previsto per domani il voto della Camera dei Rappresentanti sulla richiesta di Impeachment a carico di Donald Trump, presentata dai democratici. Il capo d’accusa è uno solo: incitamento all’insurrezione. Nelle 4 pagine del documento non si fa riferimento solo al comizio durante il quale il Tycoon avrebbe invitato i suoi supporter ad attaccare Capitol Hill, ma anche alle sue false dichiarazioni sulla vittoria su Joe Biden e alle sue pressioni sui dirigenti della Georgia per ribaltare il risultato del voto. Nelle prossime ore i parlamentari americani saranno chiamati comunque a esprimersi sulla richiesta di ricorrere al 25° emendamento per la destituzione del presidente, poi sarà il vice presidente Pence a dover rispondere. I repubblicani hanno già fatto sapere di non essere d’accordo, tanto che Nancy Pelosi ha usato parole di fuoco contro il Gop: “La complicità dei repubblicani della Camera mette in pericolo l'America, erode la nostra democrazia e deve finire”.


Indagini sull’assalto al Congresso

Sul fronte delle indagini legate all’assalto a Capitol Hill, l’Fbi sta procedendo contro circa 150 persone coinvolte, circa 15 quelle già arrestate o incriminate. Molte sono state individuate anche grazie alle decine di migliaia di segnalazioni giunte dai cittadini che hanno permesso di identificare i responsabili dell’irruzione. Intanto, sono spuntati nuovi video delle violenze dei supporter di Donald Trump. In uno, in particolare, si vede un poliziotto trascinato fuori e picchiato a terra, mentre i manifestanti invitano a impiccare Mike Pence. Nell’attacco 50 agenti sono rimasti feriti, 15 sono stati ricoverati e uno ha perso la vita.



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