15 maggio 2023, ore 12:11 , agg. alle 12:39
Un business internazionale da oltre 500mila pasticche di sostanze stupefacenti e un ricavo stimato di circa 10 milioni di euro
Indù, Islam o Cattolicesimo, le religioni praticate in tutto il mondo sono tante e ognuna possiede degli oggetti caratteristici della fede che rappresentano, simbolo di devozione per la divinità a cui fanno riferimento. E allora quanto può essere pericolosa una statuetta con la forma di Buddha? Generalmente poco, a meno che non sia realizzata interamente con la droga.
Dai gioielli al commercio di droga
Mdma, pastiglie di ecstasy: era questo quello che nascondevano le insospettabili statuette di creazione artigianale di un orafo di Varese che raffiguravano una serie di figure all’apparenza innocenti, come lo stesso Buddha oltre che figure animali come tigri e leoni. L'indagine è iniziata dal sequestro di un pacco, da parte della dogana tedesca, destinato al mercato australiano, contenente sostanza stupefacente del tipo Mdma, spedito da un soggetto albanese residente nella provincia di Varese. Il proseguimento delle indagini ha portato poi a scoprire il reale mittente: controllando tutte le spedizioni effettuate dal dicembre 2022 al maggio 2023 si è arrivati a stabilire un carico totale di circa 61 kg di cui circa 9 kg sequestrati dai finanzieri sul territorio nazionale e statunitense, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Il merito è da attribuire interamente a “Detective Jack”, il cane poliziotto dell’unità cinofila, che ha fiutato un’anomalia nelle statuette realizzate con l’Mdma, modellate in maniera tale da poter passare inosservate.
Un metodo innovativo
Secondo la ricostruzione effettuata dalla polizia la sostanza stupefacente veniva pressata al fine di creare statuette di varie forme come: orsetti, statue del buddha e colonnine raffiguranti vari animali, totalmente composti da Mdma e in grado dunque di trarre in inganno eventuali controlli. Gli indirizzi che venivano utilizzati cambiavano continuamente e risultavano spediti da Milano, Novara e Varese. Inoltre, il denaro veniva accreditato su conti aperti attraverso money transfer o tramite cripto valute, per risultare il più irrintracciabile possibile. L’orafo è stato arrestato mentre si stava imbarcando dall’aeroporto di Malpensa in direzione Bangkok e si trova attualmente in custodia al carcere di San Vittore a Milano.