18 ottobre 2023, ore 16:00
Firenze è la città più rumorosa in Italia secondo i dati Istat. L'inquinamento acustico si aggrava sempre più e le città cercano delle soluzioni innovative
Negli ultimi anni la questione dell’inquinamento ambientale è costantemente al centro dei dibattiti politici ed economici, essendo questa una problematica che è diventata sempre più evidente. Si tende quindi ad ignorare un altro tipo di contaminazione, altrettanto preoccupante ed invasivo nella vita quotidiana dei cittadini delle metropoli italiane: l’inquinamento acustico.
Le conseguenze del troppo rumore
Già nel 1995 l’esigenza di abbassare i rumori cittadini era stata affrontata dal punto di vista legislativo, in quell’anno infatti fu approvata una legge quadro che obbligava tutti i comuni a controllare l’impatto acustico del suolo pubblico: aeroporti, treni, ferrovie e via dicendo. Ma “solo l’1% ha attuato questo piano” ha affermato Francesca Sacchetti, responsabile della sezione acustica ambientale dell’Ispra, che al Corriere ha raccontato che “solo il 60% dei comuni ha scritto proprio piano di classificazione acustica, nonostante a chiederlo sia stata una legge di 30 anni fa”. La triade dell’inquinamento acustico, ambientale e luminoso è molto più coesa di quanto si possa pensare: l’aggravarsi di una porta all’accrescere dell’altro. Addirittura l’Organizzazione mondiale della sanità mondiale, ha affermato che il troppo rumore è la seconda causa di decesso in Europa dal punto di vista ambientale, con 12mila morti premature in Europa. L’esposizione a lungo termine ha un impatto significativo sulla salute: sono stati registrati 48mila casi di cardiopatie ischemiche legate a questa causa, che si aggiungono a 6,5 milioni di persone che soffrono di disturbi cronici del sonno per i volumi elevati delle città. Non solo gli umani subiscono le conseguenze di questo tipo di inquinamento, ma anche la fauna ne risente: gli animali fuggono dai propri habitat, non si riproducono più e fanno fatica a comunicare tra di loro per cibarsi.
La classifica italiana e le possibili soluzioni
Per quanto riguarda l’Italia la città più rumorosa del 2021, secondo i dati Istat, è stata Firenze, seguita da Napoli, Modena, Catania e Asti. I dati ufficiali dipendono dalle statistiche e dati che spesso non vengono rilevati in tutte le città. Questi ultimi non sembrano evidenziare la rumorosità di grandi metropoli come Milano, che però è stata inserita al primo posto nella classifica stilata da Amplifon, la nota azienda di apparecchi acustici, che ha affermato che viviamo in città che superano di gran lunga i 55 decibel, la media giornaliera consigliata per preservare l’udito, che nel 2030 rischia di essere superata di oltre il 30%. Per evitare che questo accada, per esempio, Milano sta realizzando un piano di rifacimento dell’armamento ferroviario abbinato alla posatura di un asfalto in grado di assorbire rumori, la realizzazione di nuove piste pedonali e la decisione di imporre nuove ZTL e zone 30. A Bologna sono stati stanziati dei fondi per posizionare un “materassino vibrante” in via Po dove passa il tram e la scelta più innovativa sarebbe quella di costruire dei giardini verticali per attutire il rumore degli aerei. A Roma invece sono previste delle nuove “fasce verdi” che bloccano i veicoli rumorosi e inquinanti nelle zone centrali. E per i mezzi pubblici 6,5 miliardi servirebbero per acquistare 411 bus elettrici e 650 tra ibridi e a metano, 36 nuovi treni, 90 tram nuovi e il prolungamento della metro C. Nonostante tutte queste innovative proposte, c’è ancora molto da fare per abbassare il volume delle nostre città.