Stop ad altri aiuti di stato per Alitalia, l’Unione Europea vuole chiudere i rubinetti, stipendi a rischio

Stop ad altri aiuti di stato per Alitalia, l’Unione Europea vuole chiudere i rubinetti, stipendi a rischio

Stop ad altri aiuti di stato per Alitalia, l’Unione Europea vuole chiudere i rubinetti, stipendi a rischio


15 febbraio 2021, ore 22:00 , agg. alle 09:22

Per gli stipendi di febbraio concrete preoccupazioni, se non arrivano i ristori, ha detto il commissario di Alitalia Leongrande, che ne aveva già parlato con i sindacati

C’è un nuovo titolare al Mise, è il leghista Giancarlo Giorgetti, sulla sua scrivania ci sono dossier davvero intricati , con questioni che in alcuni casi si trascinano da molti anni. Tra le crisi aziendali da affrontare ci sono anche Ilva, Aspi e Alitalia. Nel caso della compagnia aerea siamo ad un punto davvero delicato.

Stipendi a rischio già in questo mese

Non c’è lo strategico bando per la cessione degli asset , ma soprattutto i soldi in cassa sono quasi agli finiti . E l’Unione Europea ha ripetuto non concederà altri aiuti di Stato. C’è grande attenzione per come il governo Draghi affronterà la questione, come si muoverà per favorire il decollo della nuova compagnia. Però c’è un problema evidente da risolvere, la liquidità è scarsa, sono a rischio, se non arrivano puntuali i ristori legati al covid, già gli stipendi di febbraio. Il commissario Giuseppe Leogrande ne aveva già parlato con i sindacati nelle scorse settimane, ma l'Ue, che deve autorizzare l'ultima tranche dei 350 milioni stanziati dal decreto Ristori, ha fatto sapere che non è scontato l'ok all'intera tranche dei restanti 77 milioni. L'orientamento sarebbe di concederne solo 50.

Trattative & prestiti

Bruxelles ha anche già messo in chiaro le difficoltà sull'ipotesi di un nuovo prestito statale (dopo gli 1,3 miliardi degli ultimi 3 anni e mezzo) per accompagnare il passaggio alla newco Ita: è davvero difficile, dicono fonti comunitarie, che l'antitrust Ue accolga una nuova richiesta di aiuti di Stato e, se anche lo facesse, sarebbe per meno dei 200 milioni di cui si parla. Poi appare irrisolto il nodo del passaggio delle attività della vecchia compagnia: Bruxelles vuole impedire che avvenga con una trattativa diretta tra il commissario e Ita. Secondo la commissione europea l’iter dovrà avvenire con una logica di mercato, per dimostrare una reale discontinuità economica e non incappare in una bocciatura della procedura per la creazione di Ita. Che secondo il piano industriale atteso dimezzerà la flotta e il personale. Il Mise, prima dell’avvicendamento, della fine del Conte due e della nascita del governo Draghi ha scritto al commissario Leogrande, sollecitandolo a predisporre un bando per la cessione degli asset. Le necessaria discontinuità consentirà anche di evitare ad Ita di dover restituire gli eventuali aiuti di Stato dichiarati illegali da Bruxelles. E su questa questione, a quanto sembra, L’Ue avrebbe già preso una decisione.


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