Strade vuote e scuole chiuse, Londra città fantasma, il Regno Unito ora ha paura, Johnson offre aiuti all'economia
05 gennaio 2021, ore 23:00
agg. 07 gennaio 2021, ore 10:30
La chiusura tris del Paese è destinata ad aggravare i pesi su tante famiglie, costrette per la prima volta dopo la primavera ad affrontare pure uno stop generalizzato nelle scuole di ogni ordine e grado
Strade semivuote, scuole deserte come non si vedeva da mesi, ospedali di nuovo pieni. La cosiddetta variante inglese del coronavirus e le altre mutazioni a diffusione accelerata che sono tornate a far impennare i contagi peggio che in primavera stavolta spaventano davvero il Regno Unito. E il terzo lockdown nazionale annunciato ieri da Boris Johnson diventa realtà ancor prima di entrare in vigore domani in forma legale con il via libera (scontato) del Parlamento di Westminster in seduta straordinaria. Le polemiche sulla tempistica o sulle inversioni a u attribuite al primo ministro Tory e al suo governo fanno ancora capolino qua e là. Ma l'emergenza è ormai difficile da negare per chiunque e la severità delle restrizioni imposte adesso da BoJo - le più draconiane d'Europa, a questo giro - diventano quasi impossibile da scavalcare: come conferma lo stesso leader dell'opposizione laburista, Keir Starmer, evocando a questo punto i toni dell'unità nazionale, come dinanzi all'ultima (si spera) battaglia cruciale di una guerra, assicurando il voto positivo alle misure delineate da Johnson e ammettendo che è venuto "il tempo di mettere da parte diverbi" o giochi politici. Il nuovo confinamento, fa sapere del resto Downing Street, durerà almeno fino a tutto febbraio.
La campagna di vaccinazione
Mentre la speranza affidata ai vaccini, che Johnson si propone di accelerare a un ritmo pure da record europeo con l'obiettivo d'arrivare alla somministrazione della prima dose a tutte le persone delle categorie più a rischio (oltre 13 milioni secondo le stime) già entro metà febbraio, non potrà iniziare a incidere sulla protezione immunitaria collettiva dell'isola prima di marzo, se tutto andrà bene. Probabilmente anche più un là, considerando che Buckingham Palace formalizza fin d'ora la cancellazione di eventi pubblici lontani nel calendario come i tradizionalissimi Garden Parties, durante i quale la regina è solita accogliere, nei pomeriggi d'estate, migliaia di sudditi nei parchi delle sue residenze ufficiali. Intanto c'è da fare i conti con le decine di migliaia di nuovi contagi (oggi quasi 61mila) che si accumulano quotidianamente e con i ricoveri risaliti a migliaia ogni giorno in Inghilterra, ma in ascesa oltre le quote della prima ondata pure nelle altre nazioni del Regno: Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Non senza il rischio che i reparti di non pochi nosocomi vengano travolti prima che "la più grande campagna di vaccinazioni della storia" possa avere un impatto pieno. Impatto su cui peraltro pesa qualche dubbio, se non altro in termini di efficacia sulla recentissima variante sudafricana del coronavirus (mutazione apparentemente più complessa e infida della medesima variante inglese). Sia come sia, molti luoghi del centro di Londra - già spenti da mesi rispetto al solito - riflettono oggi immagini da vera e propria città fantasma: con segnali di contrazione anche delle poche attività esentate dalla rinnovata consegna al Paese comunicata in tv da Johnson di "restare a casa" (shopping essenziale, cure mediche, lavoro esterno solo se "assolutamente" necessario, fughe da violenze domestiche). In un quadro nel quale diventano meno episodici i controlli di polizia.
L'impatto economico
La chiusura tris del Paese è destinata ad aggravare in ogni modo i pesi su tante famiglie, costrette per la prima volta dopo la primavera ad affrontare pure uno stop generalizzato nelle scuole di ogni ordine e grado (finora sottratte con le unghie e con i denti dalle limitazioni). E soprattutto sui settori dell'economia già più penalizzati dallo tsunami. Settori che nel caso del commercio voluttuario, della ristorazione, del turismo, dell'intrattenimento o del tempo libero vivono la prospettiva di un'ulteriore serrata di 2 mesi o più come devastante. Alcuni, fra chi è sopravvissuto, come una condanna a morte. Abbandonati da tempo dogmi e tabù sul rigore o sul debito pubblico, il governo Johnson prova da parte sua ad attutire il nuovo urto come può - in attesa che ai problemi della pandemia s'intreccino i primi intoppi di un'era post Brexit comunque complessa, a dispetto dell'intesa di Natale che ha scongiurato il no deal con l'Ue - con l'ennesimo programma di sovvenzioni di Stato ad hoc. Programma da 4,6 miliardi di sterline di ulteriori finanziamenti immediati a fondo perduto, illustrato dal cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, da distribuire ad oltre 600.000 fra negozi e piccole aziende allo stremo. Sperando che aiuti almeno a salvare qualcuno.
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