23 maggio 2020, ore 12:07
"Falcone ha provato a farsi spazio ma dall’altra parte non c’è stata una politica adeguata ad opporsi al richiamo della criminalità mafiosa”, ha detto il ministro, poi il messaggio ai giovani sull'emergenza: "Stiamo attenti, tornare indietro è dannoso"
I 28 anni dalla strage di Capaci, che costò la vita a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta, saranno ricordati con lenzuoli bianchi ai balconi e iniziative in streaming. Niente cortei e nave della legalità a Palermo, ma incontri e mobilitazioni a distanza. A riflettere sull'anniversario di questa pagina di storia è stato il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, questa mattina su RTL 102.5. “Questa giornata – ha detto – è nella mente e nel ricordo di tutti gli italiani, anche dei più giovani, di quelli che nel 1992 non erano ancora nati e che da questa pagina possono trarre una grande lezione: dai principi di legalità alla tenacia di Falcone, assassinato brutalmente”.
“Falcone provava a farsi spazio, dall’altra parte una politica inadeguata”
Se Falcone fosse vivo, oggi che ruolo avrebbe? “Potrebbe svolgere qualsiasi ruolo – ha detto il Ministro degli Interni –. Falcone ha provato a farsi spazio ma dall’altra parte non c’è stata una politica adeguata ad opporsi al richiamo della criminalità mafiosa”.
"La crisi di liquidità? E' il terreno ideale per le mafie"
Il problema nasce nel caso in cui la criminalità in questa crisi diventi punto di riferimento al posto dello stato. “Il rischio è certamente presente – ha continuato il ministro Lamorgese –, perché le mafie sanno di poter contare su grandi capacità di adattamento, soprattutto in un momento come quello attuale, di crisi di liquidità, mentre molte aziende vivono momenti difficili. Le mafie puntano ad acquisire fette di mercato e consenso sociale muovendosi con i loro strumenti, quelli classici: l’usura e le rilevazioni delle attività in crisi. Puntano ad intercettare l’enorme flusso di denaro pubblico. Questo inevitabilmente alimenta il fenomeno della corruzione”
“Vigilare su operazioni finanziarie sospette”
I prefetti hanno svolto un ruolo importante in questo periodo. “Fanno un lavoro impegnativo – ha detto il ministro –. Ora più che mai devono cercare di accendere il faro sulle operazioni sospette nel settore bancario. Ho chiesto di monitorare anche le procedure di erogazione dei fondi e i passaggi di proprietà delle imprese. Il grande flusso di denaro pubblico che abbiamo messo a disposizione non deve finire nelle mani sbagliate, non in quelle delle mafie. I prefetti lavorano per questo. La lotta alla criminalità mafiosa è un valore su cui non siamo disposti a trattare”
Il ministro ai giovani: “Ora stiamo attenti, oggi c’è la difficoltà della movida”
La parola della settimana è “movida”. Come si sono comportati gli italiani in questo periodo? “Prima delle riaperture sono stati corretti e hanno avuto un grande senso di responsabilità. Anzi, li ringrazio. La movida invece è una difficoltà di oggi. I giovani hanno trascorso tanto tempo in casa, hanno perso i limiti che si erano dati fino ad ora. Mi auguro che torni a emergere il senso di responsabilità. Bisogna adattarsi alle nuove condizioni. Stiamo attenti, tornare indietro è deleterio per tutti”.