Strage di Capaci, perquisizioni nella redazione di Report e nell'abitazione del giornalista Paolo Mondani
24 maggio 2022, ore 13:10
L'operazione della Dia dopo la trasmissione di un servizio in cui si parlava delle confidenze di un collaboratore di giustizia su una presunta pista nera dietro all'attentato e della presenza di Stefano delle Chiaie sul luogo della strage. Secondo la Procura le rivelazioni sono prive di fondamento
La redazione di Report e l’abitazione dell’inviato della trasmissione, Paolo Mondani sono state perquisite questa mattina dal personale della Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, su mandato della Procura nissena. A dare la notizia con la pubblicazione di una nota su Facebook è stato lo stesso conduttore del programma, Sigfrido Ranucci e ha trovato conferma anche in ambienti investigativi. Secondo Ranucci, l’operazione è volta a sequestrare atti riguardanti l’inchiesta trasmessa ieri proprio sulla strage di Capaci. In particolare gli investigatori punterebbero ad acquisire informazioni sulla presunta presenza di Stefano delle Chiaie, leader di avanguardia nazionale, sul luogo in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, prima dell'attentato. Il personale della Dia ha acquisito atti e documenti custoditi su telefoni e pc. "Da parte nostra c'e' massima collaborazione. Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure” – ha chiarito ancora Ranucci – il collega aveva già avuto un colloquio con il procuratore. Noi siamo sempre stati collaborativi con la giustizia, pur garantendo il diritto alla riservatezza delle fonti". Ranucci ha aggiunto che "il decreto di perquisizione riporta la data del 20 maggio, cioè tre giorni prima della messa in onda del servizio" e ha chiarito che non si tratta di un atto ostile nei confronti della sua redazione ma che sono stati comunque informati l’amministratore delegato della Rai Fuortes e l’ufficio legale.
La nota della Procura di Caltanissetta
A chiarire le ragioni dell’operazione della Dia è stato lo stesso procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca con una lunga nota. "Nell'ambito della trasmissione televisiva Report, andata in onda in data 23.5.2022, sono state inserite le interviste al Luogotenente dei Carabinieri in congedo Walter Giustini ed alla signora Maria Romeo, dalle quali è emerso complessivamente che, nel corso delle indagini condotte nel 1992 dai Carabinieri del Gruppo 1 - Palermo, coordinate dalla Procura di Palermo, sono state fornite da parte di Alberto Lo Cicero, prima quale confidente e poi quale collaboratore di giustizia, preziose informazioni circa la preparazione della strage di Capaci (quindi prima del tragico evento), nonché circa la funzione svolta da Biondino Salvatore quale autista del latitante Salvatore Riina, molti mesi prima che lo stesso venisse catturato in compagnia dello stesso Biondino”. “Alberto Lo Cicero sia nel corso delle conversazioni intercettate, che nel corso degli interrogatori da lui resi, al pubblico ministero e ai carabinieri, non fa alcuna menzione di Stefano Delle Chiaie”, si legge ancora nella nota – Sono del tutto destituite di fondamento le affermazioni circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese da Alberto Lo Cicero", prima come confidente e poi come collaboratore di giustizia, che avrebbero permesso di "evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina".
Fnsi
Le perquisizioni nella redazione di Report e nell’abitazione del giornalista Mondani hanno provocato la reazione della Federazione nazionale della Stampa Italiana:” Ci auguriamo che a nessuno venga oggi in mente di 'molestare' Report e la sua redazione – ha scritto su twitter il presidente dell'Fnsi Beppe Giulietti - Dopo la puntata su Capaci sara' il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che, da trenta anni, sono riusciti a restare in una ben protetta 'oscurita''.