Strage di Erba: Nessun nuovo processo per Olindo e Rosa, ergastolo confermato. Nuove prove considerate insufficienti
10 luglio 2024, ore 15:47 , agg. alle 16:08
Gli avvocati di Olindo Romano hanno già annunciato il ricorso in Cassazione
La corte d’appello di Brescia ha deciso di non avviare un nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. La condanna per la strage di Erba rimane quindi l’ergastolo per entrambi. Insufficienti e troppo deboli le presunte nuove prove presentate dagli avvocati dei condannati per rivedere il vecchio verdetto e quindi sfuma la possibilità di ribaltare le sentenze di primo, secondo e terzo grado. Sono loro, ribadisce oggi la Corte, gli autori della strage dell’11 dicembre 2006, a Erba. Loro hanno ucciso la loro vicina di casa, Raffaella Castagna, il figlio di due anni, Youssef, la madre di lei, Paola Galli, e una vicina di casa, Valeria Cherubini, che stava rientrando con il cane proprio nel momento in cui loro uscivano dall’appartamento di Raffaella dopo i primi tre omicidi. "È stata emessa una sentenza, leggeremo le motivazioni e ricorreremo in Cassazione". Lo afferma Fabio Schembri, uno dei difensori di Olindo Romano.
AZOUZ MARZOUK: "CONVINTO CHE NON SIANO STATI LORO"
"Sono deluso, io resto convinto che non siano stati loro. Finché non verranno riaperte davvero le indagini resto della mia idea". Così Azouz Marzouk, padre e marito di due delle quattro vittime della strage di Erba, commenta la decisione dei giudici di Brescia. "Gli assassini sono ancora in giro", ha detto Marzouk, parte civile ma convinto dell'innocenza dei condannati. A chi gli chiede se è il momento di chiedere scusa ai fratelli Castagna, Azouz replica: "Non li conosco".
IL PROCURATORE GENERALE: "SIAMO SODDISFATTI"
"Siamo soddisfatti perché sono state accolte le nostre richieste. Gli atti giudiziari bisogna studiarli dalla A alla Z e saperli leggere e tanti che hanno commentato questa vicenda non lo hanno fatto. Questa sentenza conferma le prove granitiche sancite nelle tre sentenze". Lo afferma il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli dopo la sentenza. "Fin dall'inizio, man mano che studiavamo gli atti, ci siamo accorti della non valenza delle prove della difesa di Rosa e Olindo". Il processo di revisione ha regole molto precise, ha affermato Rispoli, evidenziando che "è pacifico che le ferite alle vittime erano state inferte da due persone diverse. I colpi sferrati dal basso verso l'alto avevano, come evidenziato dai tecnici, una penetrazione ridicola di un paio di centimetri che si fermava all'adipe. Una manifestazione di odio da parte di chi colpiva".