08 febbraio 2021, ore 15:22 , agg. alle 14:59
Giovanni Vincenti e la moglie Antonella Patrucco, accusati di omicidio plurimo aggravato per lo scoppio che, tra il 4 e il 5 novembre 2019, causò la morte di tre vigili del fuoco
Sono stati condannati entrambi a 30 anni, dal tribunale di Alessandria, Giovanni Vincenti, e la moglie Antonella Patrucco, accusati di omicidio plurimo aggravato per lo scoppio nel cascinale di Quargnento, in provincia di Alessandria), che, tra il 4 e il 5 novembre 2019, causò la morte di tre vigili del fuoco. Accolta quindi la richiesta del pm Enrico Cieri. In aula ad ascoltare la lettura della sentenza era presente solo Vincenti. Presenti anche molti famigliari delle tre vittime e Giancarlo Dodero, il caposquadra che quella notte intervenne sul luogo dell'esplosione e rimase ferito insieme a un collega e a un carabiniere.
Le parole dei famigliari
"Ce l'abbiamo fatta, l' avevamo promesso ai nostri figli". È il primo commento della madre di Antonino Candido, una delle tre vittime. Un abbraccio con il figlio e un pianto liberatorio. Così Anna D'Apice, mamma di Marco Triches alla lettura della sentenza: "Ce l'abbiamo fatta dopo tanta sofferenza. Glielo dovevamo a questi ragazzi che hanno perso la vita per il lavoro che amavano. Speriamo che ora li facciano tutti. Avevo un figlio stupendo che era un bravo marito e un bravo padre e che viveva per il suo lavoro e me lo hanno tolto".
La replica della difesa
"Il problema di questo processo non era buoni da una parte e cattivi dall'altra, nessuno ha mai messo in dubbio che i vigili del fuoco sono buoni ma se Vincenti aveva previsto o voluto la morte di queste persone". Così Lorenzo Repetti e Vittorio Spallasso, legali di Giovanni Vincenti condannato oggi dalla Corte d'Assise di Alessandria a trent'anni per la strage di Quargnento in cui morirono tre vigili del fuoco. "Useremo le prossime tappe processuali per sostenere in appello che è colpa gravissima e non dolo", hanno aggiunto. "I dispositivi non si commentano attendiamo di leggere le motivazioni che hanno portato a questa decisione e poi decideremo cosa fare perché a tutt'oggi riteniamo impensabile accomunare le due posizioni". Così Caterina Brambilla, l'avvocato di Antonella Patrucco. "Con tre morti e famiglie straziate non si può essere soddisfatti. Diciamo che la Corte ha raccolto in pierò le nostre indicazioni però il danno per queste famiglie, per queste mamme e queste mogli rimane tutto". Così il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri.