Stupro di Palermo, torna in carcere anche il minorenne. Trasferiti gli altri sei imputati

Stupro di Palermo, torna in carcere anche il minorenne. Trasferiti gli altri sei imputati

Stupro di Palermo, torna in carcere anche il minorenne. Trasferiti gli altri sei imputati   Photo Credit: AgenziaFotogramma.it


24 agosto 2023, ore 19:35

A pesare sulla decisione nuovi elementi: l'analisi del cellulare del giovane e alcuni video pubblicati su TikTok dalla comunità. Per gli altri trasferimento in diversi penitenziari siciliani

Si è aggravata la misura cautelare nei confronti dell'allora minorenne del gruppo di 7 ragazzi - tutti di età compresa tra i 18 e i 22 anni - accusati dello stupro di Palermo. Il giovane, diventato maggiorenne qualche giorno dopo la violenza sessuale, dopo un primo interrogatorio era stato collocato in una comunità. Il giudice aveva riconosciuto infatti che avesse compiuto una "rivisitazione critica" del suo comportamento. Ma oggi, tre giorni dopo, nuovi elementi ribaltano la decisione e il ragazzo torna nel carcere Malaspina. 

LE MOTIVAZIONI

Sulla decisione del gip del Tribunale di Palermo ha pesato l’analisi del cellulare del giovane, in cui sarebbe stata trovata una chat in cui il ragazzo parlava in tono divertito di quanto accaduto, il giorno dopo lo stupro. Ma anche una serie di video postati su TikTok, violando le prescrizioni del magistrato, in cui si sarebbe vantato di messaggi ricevuti da ragazze, avrebbe pubblicato frasi come "Chi si mette contro di me si mette contro la morte" e avrebbe "manifestato adesione a modelli criminali", come sostiene il giudice. Da qui la scelta di farlo tornare in carcere: i nuovi elementi infatti suggerirebbero che il giovane non ha compiuto "alcuna rivisitazione critica del suo comportamento". Ma che anzi le ammissioni fornite nel corso del primo interrogatorio sarebbero state rese solo nel tentativo di vedersi attenuare la pena.

TRASFERITI GLI ALTRI SEI

Intanto per gli altri sei accusati dello stupro è iniziato il trasferimento da Palermo ad altre carceri siciliane. La richiesta era stata avanzata dalla direzione dell'istituto penitenziario, nel timore che gli indagati potessero diventare obiettivo di altri detenuti. 


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