Super Green pass da oggi obbligatorio al lavoro. Agenas, scende occupazione reparti, stabili intensive

Super Green pass da oggi obbligatorio al lavoro. Agenas, scende occupazione reparti, stabili intensive

Super Green pass da oggi obbligatorio al lavoro. Agenas, scende occupazione reparti, stabili intensive


15 febbraio 2022, ore 13:30

La misura è in vigore da oggi, per quattro mesi i lavoratori over 50 sprovvisti di pass rafforzato potrebbero perdere lo stipendio

L’ultima stretta che coinvolge circa mezzo milione di persone, non vaccinati fino a 65 anni che per poter lavorare da oggi devono presentare il super Green pass che si ottiene con la vaccinazione e la guarigione. In caso di mancata presentazione il lavoratore è considerato assente ingiustificato e lo stipendio verrà congelato. Chi sarà trovato sul posto di lavoro senza pass rafforzato rischia una sanzione che va da 600 a 1.500 euro. L’obbligo resta in vigore fino al 15 giugno. E il sottosegretario alla salute Andrea Costa conferma che è valido anche per i lavoratori in smartworking over 50, e che se la campagna vaccinale proseguirà a questo ritmo secondo Costa è possibile si elimini il Green pass dopo il 31 marzo, ovvero con la fine dello stato di emergenza. Intanto secondo l’AGENAS, l’Agenzia dei servizi sanitari regionali, l’occupazione dei reparti scende al 24% e cala in 6 regioni le intensive sono ferme al 12% ma crescono in 7 regioni.

DA ROMA A GENOVA LE MANIFESTAZIONI CONTRO

Ancora una protesta a Roma contro il green pass nel giorno in cui scatta la sospensione dal lavoro degli over 50 non vaccinati. Alle 14.30 manifestazione al Circo Massimo della Federazione Italiana sindacati intercategoriali (Fisi). Resta il presidio dei no vax guidati dall'ex generale Pappalardo a Piazza San Marco. Intanto circa 200 manifestanti no green pass stanno sfilando per le vie di Genova per lo sciopero e il corteo proclamato dal sindacato Cub a cui ha aderito il comitato no green pass Libera Piazza Genova. "Non è una lotta sindacale come ce ne sono tante altreha detto dal palco di piazza Matteotti un'infermiera sospesa perché non vaccinata - ma una lotta di resistenza che vede noi lavoratori in prima linea perchè qui non si tratta più di chiedere rivendicazioni economiche e rinnovi di contratti ma di pretendere che ci restituiscano il lavoro che ci hanno tolto e che ci continua togliere senza motivo se non quello della pura discriminazione di chi non accetta un ricatto che passa attraverso il proprio corpo trasformando l'uomo in una cavia da laboratorio".

AGENAS, OCCUPAZIONE REPARTI SCENDE A 24%, STABILI INTENSIVE

Nell'arco di 24 ore, l'occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti con Covid-19 scende al 24% (-1%) in Italia e cala in 6 regioni e province autonome. Cresce invece in 5. Questi i dati dell'Agenzia Nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas) del 14 febbraio. Intensive ferme a 12%, ma crescono in 7 regioni mentre la percentuale cala in 5. Il valore più alto in FVG e Lazio al 19%.

VACCINI: STUDIO, RISPOSTA LUNGA DURATA, DOPO 8 MESI AL 70%

Nel 99,8% dei soggetti sottoposti a vaccinazione anti-Covid sono presenti livelli di anticorpi. Lo rivela l'indagine condotta su 10mila dipendenti di Città della Salute e Università di Torino per valutare la risposta immunitaria alla vaccinazione anti-Covid. Condotta nel maggio scorso attraverso la positività al test sierologico, rivela anche la persistenza di una risposta cellulare complessiva superiore al 70% a distanza di 8 mesi dalla vaccinazione.

SCIOPERO DEI MEDICI 1 E 2 MARZO, CARICHI INSOSTENIBILI

Le organizzazioni sindacali SMI e SIMET hanno indetto lo sciopero per tutti i medici dell'area convenzionata, con la chiusura degli ambulatori l'1 e 2 marzo e hanno convocato una manifestazione a Roma il 2 marzo dalle ore 9.00 al Ministero della Salute. "Il malessere della categoria è palpabile – Si legge in una nota - carichi di lavoro insostenibili mancanza di tutele, burocrazia aberrante e non ultimo il mancato indennizzo alle famiglie dei colleghi deceduti per Covid. Uno schiaffo, da parte dello Stato, soprattutto agli orfani di quei medici".


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