Svizzera: donna 64enne muore con la capsula del suicidio, arresti

Svizzera: donna 64enne muore con la capsula del suicidio, arresti

Svizzera: donna 64enne muore con la capsula del suicidio, arresti   Photo Credit: agenziafotogramma.it


25 settembre 2024, ore 09:30 , agg. alle 10:11

La signora è entrata nel dispositivo, ha premuto un pulsante e si è spenta a causa dell'azoto che si liberato

In Svizzera, la polizia ha arrestato, per istigazione al suicidio, diverse persone coinvolte nell'uso della capsula Sarco (il nome è derivato da sarcofago). Si tratta di un dispositivo per il suicidio assistito che, una volta attivato tramite un pulsante, riduce i livelli di ossigeno mediante il rilascio di azoto, provocando così la morte per soffocamento di chi vi si sottopone in pochi minuti.

Cosa è successo? I fatti

A Merishausen, in una foresta vicino al confine con la Germania, una donna americana di 64 anni, affetta da gravi problemi di salute per una patologia autoimmune, sarebbe deceduta proprio con questo dispositivo, che è stato utilizzato per la prima volta in questa circostanza. Proprio ieri la ministra della sanità Elisabeth Baume-Schneider ha detto, durante il question time al Consiglio nazionale, che la capsula suicida Sarco non è conforme alla legge. In estate, i ministeri pubblici di diversi cantoni, tra cui quello di Sciaffusa, avevano annunciato che avrebbero avviato procedimenti penali se la capsula fosse stata utilizzata nel loro cantone.

La difesa dell'inventore della capsula Sarco

Dal canto suo, l'inventore della capsula Sarco, l'australiano Philip Nitschke, ha dichiarato su X che si è trattato di "una morte idilliaca e pacifica in una foresta svizzera" e che la capsula è stata utilizzata per dare alla donna "la morte che desiderava".

Al quotidiano olandese Volkskrant, che ha seguito a distanza l'operazione, ha aggiunto: "Quando la donna è entrata nel Sarco, ha premuto quasi subito il pulsante. Non ha detto nulla, voleva davvero morire. Stimo che abbia perso conoscenza nel giro di due minuti e sia morta dopo cinque minuti. Esattamente come ci aspettavamo". Insomma, ecco una vicenda che, anche in un Paese come la Svizzera, da sempre aperta al fine vita, fa discutere e diventa un caso. La legge elvetica consente dal 1942 il suicidio assistito a condizione che la persona si tolga la vita senza “assistenza esterna” e che coloro che aiutano la persona a morire non lo facciano per “alcun fine egoistico”.


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