Tennis, polemica per le nuove palline. Gli atleti: sono troppo leggere, causano infortuni
13 novembre 2024, ore 13:00
Le aziende hanno cambiato il tipo di gomma: ora sono tra il 30% e il 60% più "lente" del passato
Mentre le Atp Finals entrano nel vivo a Torino, dopo la vittoria di ieri sera Sinner contro Fritz, il mondo del tennis è in polemica con le aziende produttrici di palline da tennis. Il peso sarebbe inferiore rispetto al passato e questo inficerebbe sulle prestazioni degli atleti e porterebbe a infortuni sul lungo periodo. Da Medvedev a Zverev, aumenta il numero degli sportivi che chiede di uniformare il peso e la tipologia di palle, proprio per preservare la propria forma fisica.
Le palline più leggere
Il tema, già sollevato nei mesi passati, è tornato di attualità in questi giorni, in occasione delle Atp Finals di Torino. Alexander Zverev, numero due al mondo e membro del “Player Council” (il consiglio dei giocatori), ha affermato: "Dall'epoca della pandemia sono peggiorate, sono diventate molto più lente. Ecco perché molti giocatori ora hanno problemi al gomito e molti al polso". Il tennista, dunque, ha collegato direttamente i problemi fisici al cambio di palline.
In effetti, proprio a partire dal periodo del Covid, le aziende produttrici hanno dovuto tagliare i costi, arrivando a impiegare una tipologia di gomma differente rispetto al passato. Il risultato? Palline tra il 20% e il 60% più “lente” rispetto a prima. “Ciò che accade ora – ha spiegato Zverev – è che non trattengono l’aria e la pressione. Io non mi lamento, sono il numero 2 al mondo, ho avuto una stagione grandiosa, ma penso che a lungo termine, per la salute dei giocatori, sia un grosso problema”. Il risultato più evidente – per non addetti ai lavori – è una modifica del peso delle palline e un conseguente rumore più “sordo” al momento dell’impatto. I professionisti calibrano sapientemente (grazie all’aiuto di professionisti e coach) ogni parametro del loro gesto atletico e, ovviamente, dei loro strumenti: dall’abbigliamento, alla conformazione della racchetta, alla tipologia di grip (il “nastro” che si avvolge sul manico). Una modifica non controllabile di questi parametri (come il peso delle palline), è naturale che possa inficiare sulle prestazioni, oltre che sulla salute degli sportivi.
Anche Andrey Rublev ha notato un grande cambiamento: "È dura controllarle. Senti di fare più o meno gli stessi colpi ma la palla vola in modo diverso. La sensazione era che più acceleravi più controllo avevi. Ora a volte acceleri e la palla va alla grande mentre la palla successiva può andare invece 5 metri fuori. Succede a tutti i giocatori, immagino che sia per questo che molti si lamentano".
Il rischio di infortuni
Una delle proposte allo studio è la possibilità di uniformare in tutti i tornei la tipologia di palline a disposizione, come sottolineato da Alex De Minaur: "In questo modo si eliminerebbe il rischio di infortuni". Un pericolo reale, come confermato da vari medici interrogati sul tema.
"L'analisi biomeccanica del tennis in relazione alla pallina è stata indagata in diversi studi, ad esempio alcuni autori, grazie ad una simulazione di un sistema braccio-racchetta. Hanno analizzato nove posizioni di impatto e forza della presa. Le simulazioni hanno mostrato che durante gli impatti al di sotto dell'asse longitudinale della racchetta, il polso era forzato a flettersi fino a 16 gradi di più con un aumento fino a sei volte della coppia di estensione del polso rispetto a un impatto centrale. Inoltre una presa stretta sembrerebbe aggravare l'effetto". A spiegarlo è il medico-fisiatra Andrea Bernetti, segretario generale della Simfer, Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, rispondendo da Adnkronos Salute.
"Probabilmente sarebbe interessante riprodurre studi analoghi considerando le 'nuove' palline per capire quanto possano realmente influenzare la biomeccanica del tennis. Nel frattempo è sicuramente utile un monitoraggio dell' incidenza degli infortuni che possa evidenziare un eventuale aumento a carico degli arti superiori", conclude.