Tensione in Europa sui dazi alle auto elettriche cinesi. No di Berlino, si dell'Italia. Pechino pronta a contromisure
Tensione in Europa sui dazi alle auto elettriche cinesi. No di Berlino, si dell'Italia. Pechino pronta a contromisure Photo Credit: Fotogramma.it
12 giugno 2024, ore 19:30
Stop della Germania, che chiede alla Commissione di offrire alla Cina un tavolo di confronto: 'Non vogliamo una guerra commerciale'. No anche di Stellantis. Mentre c'è il via libera del governo italiano
L’Europa batte cassa e fa schizzare i dazi sull’ingresso nel vecchio continente delle auto elettriche cinesi dall’attuale 10% fino al 38%. Pechino non ci sta e si dice pronta ad adottare delle contromisure. A far scattare la stretta di Bruxelles il fatto che secondo un’indagine della stessa Commissione le quattro ruote a batteria made in China ricevono sussidi statali che consentono a questi veicoli di giocare un campionato con regole diverse da quelle dei competitor europei, con evidenti vantaggi nei listini. Berlino frena, parla di rischio di guerra commerciale e chiede alla Commissione di offrire alla Cina un tavolo di confronto. In caso di ritorsioni cinesi a pagare potrebbero essere alcuni grandi marchi europei di lusso delle auto. No anche da parte di Stellantis. A favore invece Francia, Spagna e anche l’Italia 'Non vogliamo rinunciare alla possibilità di rafforzate l'industria italiana delle Auto', dice il ministro Urso.
PECHINO PRONTA A CONTROMISURE
L'Ue "ha ignorato i fatti e le regole del Wto, le ripetute forti obiezioni cinesi, gli appelli e la dissuasione di governi e industrie di diversi Stati europei". Il ministero del Commercio di Pechino, commentando i dazi sull'auto elettrica decisi da Bruxelles, ha contestato le conclusioni Ue, "prive di fondamento fattuale e giuridico" che ignorano "il fatto oggettivo che i vantaggi della Cina nei veicoli elettrici derivano dalla concorrenza aperta". La Cina esorta l'Ue "a correggere immediatamente le sue pratiche sbagliate", riservandosi di adottare "in modo risoluto tutte le misure necessarie" a tutela delle aziende cinesi.
UE, SENZA DAZI A RISCHIO POSTI LAVORO
In assenza di un intervento sui sussidi cinesi alle importazioni di veicoli elettrici cinesi l'indagine della Commissione europea ha messo in evidenza un rischio per 2,5 milioni posti di lavoro diretti e per 10,3 milioni indiretti, come conseguenza della concorrenza ai produttori interni dell'offerta che si ritiene sovvenzionata da parte della Cina. E' quanto si è appreso da un funzionario europeo a conoscenza dell'indagine. Da quanto emerso tra il 2020 e il 2023 la quota di mercato dell'industria Ue è continuamente scesa portandosi dal 68,9% al 59,9%. Nel frattempo la quota di mercato delle importazioni cinesi è salita dal 3,9% al 25%.
A FAVORE E CONTRO
"I dazi punitivi della Commissione europea si ripercuotono sulle imprese tedesche e i loro prodotti di punta". Lo dice su X il ministro tedesco dei Trasporti Volker Wissing, commentando i dazi europei che colpiscono le auto elettriche dalla Cina. "I veicoli devono diventare più economici attraverso una maggiore concorrenza, mercati aperti e condizioni di localizzazione significativamente migliori nell'Ue, non attraverso guerre commerciali e preclusioni di mercato". Contraria anche l'Ungheria e pure Stellantis. Bene i dazi invece per Francia, Spagna e Italia: "Saluto con soddisfazione l'annuncio che la Commissione Ue ha fatto oggi dei dazi sull'ingresso delle auto elettriche cinesi in Europa per tutelare la produzione europea nella piena consapevolezza che abbiamo anche noi: la possibilità di riaffermare in Italia l'industria automobilistica italiana, uno dei settori trainanti dello sviluppo industriale del nostro paese a cui non vogliano assolutamente rinunciare". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento all'assemblea di Confcommercio.